Il giornalista Davide Speranza e il musicista Gianmarco Volpe in una performance che coniugherà il romanzo “Cattedrale” con le note del chitarrista nocerino
Serata “particolare” venerdì sera alle 21:30 al Rodaviva di Cava de’ Tirreni. Ad essere di scena una performance innovativa, che vedrà impegnati il giornalista Davide Speranza e il musicista Gianmarco Volpe, e che avrà per protagonista il racconto di Raymond Carver, “Cattedrale”.
Il primo alla lettura, il secondo alla chitarra. Un vero e proprio concerto letterario, dove il ritmo della parole segue e traina quello della musica e viceversa, in un ballo vorticoso che finisce per rinnovare, secondo la logica dei nostri tempi, una delle storie più intense che siano mai state scritte nella letteratura americana.
Cattedrale fu incluso nel volume Best American Short Stories, nel 1982. Ritenuto il capolavoro di Raymond Carver, è la storia finale della raccolta di racconti dall’omonimo titolo, pubblicata nel 1983. Con Cattedrale, Carver conquistò finalmente il plauso della critica e fama mondiale.
Lo scrittore americano, nato in Oregon nel 1938, è considerato uno dei più importanti narratori dello scorso secolo. Affiancato a mostri sacri della letteratura, in particolari ai cosiddetti “compositori di racconti” come Guy de Maupassant, Anton Cechov, Ernest Hemingway, Carver trovò fortuna in Italia anche grazie al sostegno di Fernanda Pivano, che subito ne apprezzò le doti artistiche. Con la Minimum Fax raggiunse il cuore di milioni di lettori italiani.
Carver fu un uomo dal passato complicato: nato in una famiglia povera, passa per i lavori più disparati cercando di sopravvivere, prima di far esplodere il suo talento e di diventare docente di Scrittura e Letteratura inglese. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, lasciandosi dietro un difficile periodo legato all’alcolismo, arriva finalmente il successo di critica e di pubblico. Prima con la raccolta di racconti “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” (What We Talk About When We Talk About Love), con cui finisce per essere identificato come uno dei padri del minimalismo letterario. In realtà, quei racconti sono stati pesantemente rimaneggiati dal suo editor Gordon Lish. In seguito, è la raccolta “Cattedrale” a consolidare per sempre il suo successo. In particolare, rispetto alle storie di questa raccolta, Carver scrive al suo editor: “…Non sono lo stesso scrittore di prima. Però so che tra questi 14 o 15 racconti che ti darò ce ne sono alcuni che ti faranno arricciare il naso, che non coincideranno con l’idea che la gente si è fatta di come deve essere un racconto di Carver – e per gente intendo te, me, i lettori in genere, i critici. Comunque, io non sono loro, non sono noi, sono io. Può darsi che alcuni di questi racconti non si adattino facilmente a starsene allineati in fila con gli altri, è inevitabile. Però, Gordon, giuro su Dio e tanto vale che te lo dica subito, non posso subire l’amputazione e il trapianto che in un modo o nell’altro servirebbero a farli entrare nella scatola, di modo che il coperchio chiuda bene”.
Cattedrale è uno dei racconti della omonima raccolta. La storia di un “perdente” che finirà per aprirsi a nuovi orizzonti grazie ad un cieco. Carver dipinge i personaggi e le loro emozioni con una potenza introspettiva mai emersa prima. Le sue storie parlano del fallimento del sogno americano e del sogno occidentale, di come l’uomo di fine secolo sia diventato un involucro neutro in cui poter inserire alcol e monete. Ma l’amore è dietro l’angolo…
Davide Speranza. Giornalista e narratore. Collabora con il quotidiano laCittà; addetto stampa di enti e gruppi culturali, ha curato rubriche come “La Meglio Gioventù” per Polis Sa Magazine e “Italian Rhapsody” per la webradio Unis@und dell’Università di Salerno. Soggettista e autore testi per la “SVS Production – storytelling & audiovisivi”: in particolare è autore del corto “La tela del ragno” e del docuclip “Djelibit”. Ha scritto storie a fumetti nel progetto “Short Pulp” e monologhi per il teatro: (come autore) “Ballava senza mai toccare l’asfalto” per il Teatro Augusteo, “Da Socrate a Pasolini e David Foster Wallace, supplizio della libertà, clonazione del potere” in scena al Teatro Ghirelli di Salerno; (come co-autore) “Nel ventre della balena” al Teatro dell’Università degli Studi di Salerno, “Senza spargimento di sangue” al Palazzo Fruscione di Salerno. Per la narrativa ha pubblicato racconti.
Gianmarco Volpe. Chitarrista, polistrumentista e arrangiatore. Studia chitarra Jazz con Pietro Condorelli e con Umberto Fiorentino, si diploma in chitarra jazz sotto la guida di Fabio Zeppettella e Aldo Farias. Negli anni la curiosità per la musica lo porta a collaborare con artisti di varie estrazioni e generi: Massimo Modugno, Rick Hutton, Charlie Wood, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo, Don Moye e molti altri. Diverse sono le produzioni discografiche che lo vedono sia come chitarrista arrangiatore sia come direttore artistico. Attualmente è il direttore artistico della scuola di musica La bottega del suono.