Parola d’ordine di quest’anno: rivoluzione di colori che condizioneranno il nostro solito modo di vestirci. E la fantasia potrà avere finalmente libero sfogo

di Chiara Ruggiero
La moda, in passato, era fatta di rigide regole che venivano imposte in base alle quattro stagioni.In periodi freddi si usavano colori dai toni scuri, come il nero, il blu e il marrone, con qualche rara apparizione della combinazione verde-arancio.

In primavera, invece, i colori prediletti erano il rosa, il giallo e l’azzurro, a volte anche in combinato tra loro, o accompagnati da stampe floreali, o altri tessuti. Da qualche anno a questa parte, all’interno dello scintillante mondo della moda, queste regole a cui eravamo abituate sono state abolite.
rosso1La prova tangibile di questo nuovo modo di concepire la moda è proprio l’introduzione delle varie tonalità e gradazioni di rosso, che vanno dal classico rosso fuoco, accostato a tessuti tecno o di pelle, per finire con il bordò utilizzato soprattutto con tessuti in velluto, o a coste, che in passato nessun stilista avrebbe mai osato portare in passerella. In queste settimane troveremo nei negozi collezioni con prevalente presenza di capi di colore rosso, che non saranno più solo utilizzati in periodo natalizio, in cui per buon augurio ci si veste in total red. In particolare, troveremo outfit da utilizzare sia quotidianamente per andare all’Università o in ufficio. Per esempio pantaloni classici rossi accostati a colori come il blu ed il bianco, che richiamano molto la bandiera francese; stivaletti in pelle rossa lucida (che stanno letteralmente facendo impazzire le ragazze di tutto il mondo), ma anche  lunghi vestiti rossi da utilizzare per feste importanti, rigorosamente scollati e a giromanica. Perché l’unica regola che per ora non è stata modificata è la seguente: «se bella vuoi apparire un poco devi soffrire».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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