Questo tipo d’abbigliamento deve il suo successo al celebre brand americano Juicy Couture, che nei primi anni 2000 lo fece diventare un vero e proprio status symbol tra le ragazze di tutto il mondo   

di Chiara Ruggiero

La tuta sportiva ha rappresentato, forse, l’abbigliamento più odiato in assoluto in tempi passati dalle ragazze di tutto il mondo. Era infatti legato ad un trauma delle scuole medie: tutte noi avevamo il tipico professore fanatico di sport, che ci obbligava ad indossare almeno due volte a settimana quelle orrende ed anonime tute di colore nero o blu stile maschile, che molte di noi  consideravano orrende, antiestetiche e poco femminili.

tute 1La scena è cambiata nei primi anni 2000, quando la casa di moda americana Juicy Couture lanciò una collezione interamente dedicata alle tute sportive realizzate con tessuto di ciniglia. Nel giro di poco tempo queste tute si scoprirono non adatte per essere utilizzate per svolgere attività fisiche, forse proprio per il materiale con cui furono realizzate. Fui così che da abbigliamento sportivo   diventarono, rapidamente, per la loro comodità, l’outfit casual-chic preferito di molte star di Hollywood, che sempre più spesso le utilizzavano come abbigliamento da usare nel tempo libero per andare a fare la spesa, o portare a spasso il proprio cane, e di conseguenza anche di noi comuni ragazze che le iniziammo ad apprezzare e ad amare, abbandonando i vecchi risentimenti che avevamo su di loro. Attualmente a riportare in passerella il look casual-sportivo è stato il brand Puma, decidendo di rompere gli schemi imposti fin ora dal mondo della moda che aveva abbandonato da tempo il look sportivo. Puma infatti ha proposto per questo autunno-inverno 2017-2018 la tua sportiva in una nuova veste, accostando la sua sportività all’eleganza della donna che decide di indossarla non più solo con scarpe da ginnastica, ma anche con decoltè a punta o con stivaletti vertiginosamente alti.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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