La prima sabato a Pagani, al Circolo Unione. L’evento «Ayamor», interamente dedicato al tema dell’amore, apre un percorso intitolato “Prospettive” con sette appuntamenti dal variegato stile musicale
di Rosa Soldani
Nuova stagione concertistica per l’Orchestra Filarmonica Campana del maestro Giulio Marazia, inaugurata in grande stile sabato sera nella sala Ferrante del Circolo Unione di Pagani, con ospiti tutti internazionali.
In occasione della prima, infatti, è stato il direttore americano Phil Nuzzo, bacchetta della Brooklyn Metro Chamber Orchestra di New York, a condurre la compagine con una direzione impeccabile. Il programma messo a punto per il concerto inaugurale ha certamente lasciato spazio all’estro del direttore: Wagner, Beethoven e De Falla, tre autori che nella personale produzione musicale hanno reso in maniera diversa il tema centrale dell’amore, su cui l’intero concerto, intitolato non a caso “Ayamor”, si è sviluppato.
Di Wagner è stato proposto il celebre Siegfried – Idyll, l’”Idillio di Sigfrido”, opera di carattere privato al di fuori del dramma musicale, fondamentale espressione della linea compositiva wagneriana, scritta nel 1870 a Lipsia per l’amata seconda moglie Cosima in occasione del trentatreesimo compleanno di lei, ed il cui titolo è ispirato al nome del figlio Siegfried. La musica è, dunque, fittamente intessuta di sentimenti personali del compositore, cangianti ma tutti improntati alla dolcezza, con un primo tema estremamente soave poi ripreso nella conclusione, ad espressione delle emozioni di Wagner diviso tra la gioia di aver sposato la donna con la quale aveva per lungo tempo dovuto condurre una relazione clandestina, e la nascita del tanto desiderato figlio. Questi eventi gli fecero definire il 1870 «l’anno più bello della sua vita», felice parentesi tra le tante battaglie di un’esistenza turbolenta.
Di Beethoven il pubblico ha potuto godere le note della «Romanza in Fa maggiore» per violino e orchestra, composta nel 1802, tra le massime espressioni del lirismo violinistico, che dà spazio al sentimento più che al virtuosismo dello strumento, con una melodia elegante, luminosa, con un ampio fraseggio del violino, passionale e avvolgente, con l’alternarsi di episodi interni di carattere contrastante come nella tradizione viennese, ma tutti confluenti in una coda dolce e progressiva della melodia solistica, affidata in questo concerto introduttivo di stagione al violino d’oltreoceano di Tabea Sitte, americana come il mezzosoprano solista Nicole Piccolomini, reduce dai successi del teatro alla Scala, che ha interpretato i ritmi gitani andalusi de «El amor brujo», ovvero «L’amore stregone», opera di Manuel De Falla del 1915, ricca di melodie e di cambi di tempo , che narra le vicende della protagonista Candela, abbandonata dall’uomo amato e al quale ella fa preparare da una strega una pozione amorosa per riconquistarlo, riuscendoci. Ritmi incalzanti per un aspetto dell’amore più tormentato e travagliato. Nuzzo e Piccolomini hanno fatto rivivere la partitura con naturalezza, raggiungendo un’oggettività e un’asciuttezza del suono che ben si addicono a un classico del novecento. Le prime parti dell’Orchestra Filarmonica Campana hanno fatto il resto, garantendo il raggiungimento della giusta intensità e tensione soprattutto nella “Danza rituale del fuoco” e nella “Pantomima”.
Tre modi di vivere e interpretare il sentimento per eccellenza che hanno entusiasmato il pubblico, molto attento, abbandonatosi a lunghi applausi. Il titolo stesso della stagione concertistica, “Prospettive”, lascia ampio margine di immaginazione della varietà di musica e di stile che, anche quest’anno, l’Orchestra Filarmonica Campana presenterà nei sette appuntamenti della stagione, fino a maggio 2018.