A far parlare la proprietaria della locanda al centro di tantissime vicende della celebre serie che su Canale 5 appassiona migliaia di persone sarà la romana Anna Cugini

Sarà la nuova voce di Emilia nello sceneggiato “Il Segreto“, trasmesso da Canale 5. Vi subentrerà dalla puntata numero 1598. È la romana Anna Cugini, che vive nella Marino resa celebre dalla sagra dell’uva. Con lei ha recentemente lavorato, nel doppiaggio di alcune serie in onda su RealTime e Canale 9, anche il nocerino Raffaele Carpentieri, che lo scorso anno ha prestato la sua voce a Jack Huston nell’ultima edizione del kolossal Ben Hur.

annacugini1– Che si prova a dovere entrare nei panni di un personaggio che è nelle case degli italiani ormai dal 10 giugno 2013, quando Canale 5 ne trasmise la prima puntata?
«Innanzitutto – esordisce Anna – ci si entra in modo diverso da quello che succede a teatro, ambiente nel quale sono nata. Nel doppiaggio devi essere immediato, pur dovendo riuscire a rendere perfettamente il carattere del personaggio. Diciamo pure che entrare in una serie dalla puntata che porta il numero 1598 significa dover provare a non scalfire l’empatia che fino ad oggi gli spettatori hanno sviluppato con quel personaggio. Una bella responsabilità. Del resto Emilia è una figura centrale: è la proprietaria della locanda dove tutti i protagonisti della serie vanno a fare “merenda” e dove quindi si svolgono tutte le principali vicende dello sceneggiato “Il Segreto”».
Il tuo primo lavoro come doppiatrice qual è stato?
«Quello di dare la voce a una deliziosa camerierina in “La vedova allegra ma non troppo”, nel 1988, con Michelle Pfeiffer. Il direttore del doppiaggio era Renato Cortesi, che poi ha anche un po’ allevato il vostro concittadino Raffaele Carpentieri».
– Qual è il personaggio, in assoluto, che ti ha coinvolto di più nella tua carriera di doppiatrice?
«Indubbiamente quello di Carrie Preston in “True blood” – risponde la doppiatrice senza esitazioni – Mentre adesso mi diverte tanto fare il Doctor Who, Missy. È stato, nel 1963, il primo telefilm di fantascienza, e fu creato dalla BBC. Ho anche dato la voce a Sophie Marceau. E poi mi coivolge molto dare la voce a Fred, interpretato da Vanessa Valence, unica donna nel commissariato della serie Profiling». 
– Tranne qualche caso, come quello di Alberto Sordi o di Ferruccio Amendola, il doppiatore resta, per lo spettatore finale, solo “la voce di”, e magari manco memorizzano il nome nei titoli di coda…
annacugini4«Per la verità soffro di più a non fare l’attrice che a non far riconoscere la mia voce. Se sei riconoscibile vuol dire che sei sempre te stesso. Non esserlo la ritengo la mia grande qualità di attrice. Posso raccontarti che un giorno ho fatto vedere a mia nipote, su Netflix, il film Serendipity, in cui doppio la protagonista, Kate Beckinsale: lei non sapeva ci fossi e non mi ha riconosciuta! Ecco, questo mi piace e mi dà soddisfazione!»
– Oltre il teatro è stata più d’una l’occasione in cui sei stata davanti alla macchina da presa: per esempio in “Ladri di futuro”, nel 1991, con la regia di Enzo Decaro ed i mitici, per i partenopei, Pietro De Vico e Anna Campori…
«Mi sono divertita come una matta in quel film! Enzo è un grandissimo professionista. Peccato che arrivò contemporaneamente a “Condominio”, che aveva un cast più di richiamo in quel momento, con Carlo Delle Piane, Ottavia Piccolo, Ciccio Ingrassia, Carlo Virzì. Ma ho fatto anche “Notte di Stelle” di Luigi Faccini, la prima serie de “La Squadra” ed altre cose».
– Anche se sei ancora giovane, hai pensato a costruire una squadra cui trasmettere quello che hai imparato?
«Anche questa esperienza non mi manca – risponde con un sorriso Anna Cugini – È successo quando ho avuto mio figlio, che oggi ha 16 anni. Mi ero trasferita con suo padre nelle Marche, e li avevo messo su con altri colleghi una scuola di recitazione, dove mi interessavo soprattutto della dizione, anche se ero diventata punto di riferimento anche per altre cose.annacugini2 Poi la vita mi ha riportata a Roma. Ecco, questo mi dà soddisfazione: ancora oggi i miei allievi mi contattano e mi chiedono consigli. Questa cosa mi rende certa di aver lavorato con amore e con passione e non solo per danaro». 

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