A pochi giorni dalla manifestazione di domenica 29, che interesserà il nostro e altri ventidue comuni campani sul disinquinamento del Sarno, riflessioni sulla situazione attuale
di Fabrizio Manfredonia
Si è tenuto nella serata di ieri, presso l’aula consiliare, il convegno promosso dalla “Rete a Difesa del Fiume Sarno” per discutere di danni ambientali e rischi per la salute prima della manifestazione congiunta che domenica 29 ottobre interesserà ventitré comuni del “bacino del Sarno”.
Nel corso della conferenza, oltre al sindaco Manlio Torquato, sono intervenuti Emiddio Ventre di “Rete a Difesa del Fiume Sarno”, Vincenzo Adamo del “Comitato No Vasche No Inquinamento sì alla messa in sicurezza del fiume Sarno “, Orfeo Mazzella membro dell’ “ISDE: Associazione Italiana Medici per l’Ambiente” e Ferdinando Catapano che ha presentato un dossier sul fiume Sarno.
Nella prima parte dell’incontro è stata illustrata la situazione del Sarno seguendo l’ipotetico percorso del fiume, dalle tre sorgenti che lo alimentano ovvero il “Rio Foce”, il “Rio Palazzo” e il “Rio Santa Maria”, osservando la limpidezza del tratto iniziale del fiume che viene però corrotto dopo poco dagli scarichi inquinanti , fino allo “scoglio di Rovigliano”, ultima tappa del fiume, passando per i due maggiori affluenti del Sarno, la Cavaiola e la Solofrana, i quali contribuiscono a rendere il Sarno il settimo fiume più inquinato al mondo e il primo in Europa. Il dibattito ha riguardato anche la scarsa efficienza dei depuratori, in particolare quelli di Angri e Scafati, costati rispettivamente 75 e 85 milioni di euro e non pienamente operativi lavorando al 30/40% dell’effettiva capacità. L’attenzione si è poi spostata sulla situazione di Nocera Inferiore osservando le mancanze del sistema fognario che non consente un’ottimale gestione delle acque. Nel caso di specie si parlava del cattivo odore e delle tossicità lamentate dagli abitanti zone come ad esempio “via Pucci”. Per quanto riguarda il completamento del sistema fognario, Torquato, ai relatori che lamentavano una lentezza dell’amministrazione, ha mostrato il suo interesse leggendo una lettera indirizzata nel mese di luglio alla regione Campania dove si auspicava una veloce ‹‹risoluzione della questione››, sottolineando, però, la competenza esclusiva di quest’ultima sulla materia.
Nel corso dell’incontro, oltre all’analisi del territorio e degli interventi necessari a limitare i danni all’ambiente, ci si è interessati alle ricadute che il danno ambientale può portare alla salute dei cittadini. In particolare il dottor Orfeo Mazzella ha analizzato i fattori di rischio partendo dalla presenza di determinate sostanze nelle acque, nel caso di specie il “dicromato di potassio” e il “cromo esavalente” la cui presenza, superata la soglia di 5 µg/lt , diventa altamente tossica per gli esseri umani nonché la presenza di “escherichia coli” ovvero batteri di origine fecale fortemente dannosi i quali a lungo andare possono portare all’insorgenza di particolari forme tumorali. A tal proposito Mazzella si è augurato che venga attuata una prevenzione cosiddetta “primaria” e cioè prima che possa insorgere l’eventuale patologia.
A conclusione del convegno quello che le associazioni hanno chiesto al sindaco e ai rappresentati dell’amministrazione è stata una maggiore vicinanza delle istituzioni alla questione ambientale, favorendo il dialogo tra amministrazione e associazioni di settore , il completamento delle infrastrutture in modo da poter favorire il disinquinamento del Sarno , l’aumento dei controlli per prevenire gli scarichi illegali, nonché l’installazione di “nasi elettronici” onde verificare l’effettiva tossicità di alcune aree predefinite del territorio e poter eventualmente correre ai ripari.