Nate per le contadine catalane, furono dapprima adottate anche dagli uomini e sono poi nel tempo divenute calzatura comoda e pratica da abbinare a tanti outfit

di Chiara Ruggiero
Basse, alte, colorate, e comodissime le scarpe di tela che tutti noi abbiamo indossato almeno una volta sotto i nostri outfit, così che da semplici calzature si sono trasformate in scarpe di tendenza.

Questa settimana voliamo in Spagna, e più precisamente nella regione della Catalogna, per parlarvi delle espadrillas, che, sorpresa sorpresa, sono una delle poche calzature a non essere prodotte in Cina. Iniziamo col raccontarvi che in passato questo tipo di calzatura fu ideato per essere usato da un pubblico prettamente femminile, e più precisamente dalle contadine che le utilizzavano nei mesi estivi per lavorare nei campi, e poi successivamente indossate anche dagli uomini per la loro comodità e praticità.
Scopriamo ora insieme come vengono fatte: Il primo passo è costruire la suola di  juta, che può essere di varie altezze e rappresenta la struttura portante della scarpa. espadrillas3
Essa richiede una complessa lavorazione, dovuta al difficile intreccio che bisogna fare con le sue fibre.
Una volta intrecciate le corde si passa alla realizzazione della suola, che viene inserita in un apposito stampo, per poi finire una vola ottenuta la suola con l’assemblaggio dei vari pezzi, che culmina con la cucitura del tessuto che può essere di vari colori e fantasie, mediante un lungo e spesso ago, che se non maneggiato da mani esperte può ferire gravemente. Una volta confezionate le scarpe sono pronte per intraprendere un lungo viaggio dalla Spagna fino ai nostri piedi.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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