Gli alunni della 4A del liceo cittadino hanno festeggiato ieri sera la loro ininterrotta amicizia insieme al loro insegnante di lettere di allora, il professor Antonio Caizza
di Annamaria Barbato Ricci
Quarantasette anni dopo e non sentirli, malgrado la vita abbia lasciato le sue stigmate nell’anima di ciascuno: undici studenti della classe IV Ginnasio sezione A del Liceo Giambattista Vico si sono ritrovati a Sarno, con l’entusiasmo del 1970 e le ‘ammaccature’ del 2017, a casa del loro insegnante di lettere d’allora, il Preside Antonio Caiazza, esimio filologo grecista e latinista. La vecchia foto sbiadita, replicata grazie ai miracoli delle nuove tecnologie – quelle che tanti anni fa neanche immaginavano – li restituiva ingenui e gioiosi.
La maturità, frutto del trascorrere del tempo e del percorso nel tunnel delle esperienze negative e positive, non è riuscita a sradicare la fiamma del sorriso, del piacere di ritrovarsi insieme. Erano: Carla Costabile, Annalisa Cuomo, Filomena della Porta, Aldo d’Apuzzo, Antonio Fasolino, Marilena Labraca, Angela Lupi, Marco Pascale, Alfonso Postiglione, Andrea Sorrentino e la memorialista (Annamaria Barbato Ricci, ndr) impegnata nel difficile compito di restituire lo spirito della serata. Qualcun altro dei compagni di scuola era con loro col pensiero, in quanto altrove per impegni pregressi, come Brunella Battipaglia, Silvana d’Ambrosi, Marilena de Felice, Francesca Maria de Filippo (ormai ‘torinese’), Errico Santonicola.
Il memore pensiero è volato con commozione ai tre compagni di scuola di quella gloriosa IV A che il fato crudele ha strappato ai giorni: Teresa Farina, Eugenio Sellitto e Rosellina Supino. Rimarranno sempre nei loro cuori.
E’ stato, altresì, un rincorrersi di ilari amarcord, mentre il professore, coinvolgendoli con l’autorità della sua sconfinata cultura, li ha omaggiati di alcune delle opere in cui ha trasfuso il suo immenso sapere e la sua profonda sensibilità poetica, pur dimostrando un giovanile entusiasmo tale da far sembrare i propri alunni di un tempo meno ‘smaltati’ di freschezza intellettuale.
La promessa che si sono scambiati è di ritrovarsi a breve per una nuova ‘incursione’ a casa del loro maestro di cultura e di vita. Un gruppo What’s App ad hoc agevolerà la realizzazione di questo proposito, all’insegna di un’amicizia nata negli anni in cui si sono plasmati verso gli orizzonti di un futuro che, ai tempi, sembrava radioso e senza ombra di dolori. Beata gioventù!