Costruito a partire dal 1282 per volere di Pietro, vescovo di Capaccio, nei secoli ha subito numerose trasformazioni dovute ai terremoti, alle alluvioni ed ai restauri
di Anna De Rosa
Pietro, vescovo di Capaccio, desiderava che nella sua città natale, Nocera inferiore, sorgesse un monastero di vergini consacrate a Dio. Così nel 1282 ne fece costruire uno a cui unì una chiesa dedicata a Sant’ Anna, madre di Maria. Questo venne costruito alla base di una collina e le prime ad abitarlo furono le monache lateranensi, provenienti dalla Sabina.
Realizzato in stile gotico, il monastero, come dimostrano le tracce nelle costruzioni murarie esterne nel cortile d’ ingresso, in alcuni settori del convento ed nel portale per entrare in chiesa, nei secoli ha subito numerose trasformazioni dovute ai terremoti, alle alluvioni ed ai restauri.
Il convento ha ricevuto negli anni stima e considerazione da parte dei regali dell’ epoca, in modo particolare da Carlo D’Angiò, ricevendo così privilegi che permisero l’abbellimento e l’ingrandimento della struttura.
“Lungo i secoli inevitabili lavori di restauro, ampliamento e ristrutturazione, spesso resosi necessari da eventi traumatici come i terremoti, hanno reso difficilmente leggibili le strutture originarie del complesso, il cui aspetto attuale è quello risultante dai poderosi lavori portati a termine nel 1685 per la chiesa e nel 1696 per gli edifici conventuali.” (da “Il Monastero di S. Anna” di Gerardo Ruggiero)
Difatti tracce tangibili dell’ età angioina sono ben individuabili nella “presenza di archi ogivali e di volte a crociera”; anche il portale d’accesso alla chiesa presenta un modello molto diffuso nelle chiese napoletane di età angioina.
Collocato in alto, in fondo alla chiesa, c’è il coro delle monache, “un’ artistica cantoria con gelosie”, per preservare le devote dagli sguardi indiscreti.
Dell’ originario monastero è rimasto poco, soprattutto per quanto riguarda le opere d’arte: una lunetta di Andrea Sabatini, del primo ‘500; la sacrestia è ornata da un’ Annunciazione trecentesca e nella chiesa vi sono tre grandi tele d’altare , opera di Angelo, Francesco ed Orazio Solimena: padre, figlio e nipote (S. Anna con Gioacchino e la Vergine Maria , la Madonna del Rosario con S. Caterina e San Domenico e l’ Adorazione dei Magi).
Molte persone si recano al convento non solo per ammirare le opere d’arte, ma anche per l’atmosfera spirituale che viene creata dalle suore che vi abitano.