I segretari Antonacchio e Della Rocca(Cisl), Salvato (Uil) e De Angelis (Cgil) : «Disinteresse vergognoso. Gli amministratori locali forse non sanno che andando avanti così si chiuderanno scuole e strade»
di Maria Teresa Pellegrino
La mobilitazione generale dei lavoratori della Provincia di Salerno si è consumata nell’indifferenza della politica locale. Ieri, infatti, nessun sindaco del territorio ha preso parte alla manifestazione. A confermarlo Vincenzo Della Rocca, sindacalista della Funzione Pubblica della Cisl Salerno.
«Duole constatare il disinteresse partecipativo di tutti i primi cittadini del Salernitano, inconsapevoli che le loro comunità rischiano il ripetersi di spiacevoli situazioni quali la chiusura delle scuole, per mancanza del piano calore durante il periodo invernale, nonché l’impraticabilità delle strade provinciali. Scuole e strade rimangono aperte solo grazie all’assunzione di forte responsabilità dei dirigenti e dei dipendenti della Provincia. Plaudiamo per la presenza istituzionale, e per la condivisione del documento consegnato al Prefetto di Salerno, al termine della manifestazione, da parte dell’amministrazione provinciale rappresentato dal vice presidente Luca Cerratani».
Parole di delusione, confermate anche dai segretari provinciali dei sindacati confederali di categoria, Pietro Antonacchio della Cisl, Donato Salvato della Uil e Angelo De Angelis della Cgil. «L’Ente Provincia di Salerno, come d’altronde tutte le altre in Italia, rimane fortemente sofferente a mantenere l’equilibrio di bilancio, tanto da rischiare di essere costretta, per le irresponsabili decisioni governative, a dichiarare lo stato di dissesto finanziario», hanno detto.
Per i rappresentanti sindacali, infatti, mancano le risorse economiche per mantenere i servizi. «Nella nostra regione – sostengono – in alcuni territori è ormai divenuto impossibile garantire la manutenzione delle scuole e delle strade. Il dissesto economico degli enti locali minaccia i servizi fondamentali alla cittadinanza, il posto di lavoro dei dipendenti e anche le buste paga».
Per Cgil, Cisl e Uil, non si può andare avanti così. «Servono risorse economiche e umane se si vuole continuare a garantire quanto finora hanno garantito le Province».