Esulta la Rete per la difesa del territorio: “Il nuovo processo per il reato di frana colposa si farà! Adesso mobilitiamoci per evitare che vada in prescrizione anche questo reato!”
È decisamente soddisfatta la Rete per la difesa del territorio per gli esiti dell’udienza che ieri mattina ha visto il riavvio del processo per la frana di Montalbino del 4 marzo 2005, con l’ìmputazione del reato di frana colposa a carico del proprietario della BetonCave.
“Al termine di una lunga giornata di lavori – scrivono i componenti della rete in un comunicato – il Giudice (il Gup Paolo Valiante, ndr) ha rinviato a giudizio Franco Amato e quindi si terrà un nuovo processo a suo carico.
Siamo molto contenti di questo risultato, ma siamo ancora preoccupati perché la data della prima udienza è stata fissata tra ben 7 mesi (il 28 maggio 2018, giudice Donnarumma ndr). Crediamo che i tempi di attesa siano troppo lunghi e c’è il rischio che anche questo reato possa andare in prescrizione, com’è già avvenuto per il reato di omicidio colposo. Chiederemo al Giudice di stabilire un calendario di udienze più fitto, così com’è accaduto per la frana che colpì la città di Sarno nel 1998 e nel frattempo continueremo il nostro lavoro di informazione e sensibilizzazione in città. Questa vicenda per noi è molto importante sia perché vogliamo venga resa giustizia alle vittime e ai loro familiari, sia perché siamo stanchi di pagare il conto di un modello di produzione basato sulla devastazione del territorio e siamo stanchi di subire l’immobilismo e l’incapacità politica dei nostri amministratori sui temi che riguardano il benessere di tutta la comunità (nessuna amministrazione comunale ha mai pensato di costituirsi parte civile in questo processo).Ricordiamo, inoltre, che le attività della BetonCave stanno continuando sul versante di Nocera Superiore perché la Regione Campania ha autorizzato dei lavori di “messa in sicurezza” della cava rispetto ai quali stiamo chiedendo vengano effettuati dei controlli anche da parte degli organi comunali competenti. Continueremo questa battaglia finché non termineranno le attività estrattive, perché ciò che è accaduto il 4 Marzo 2005 non accada mai più!.Questa piccola vittoria è anche e soprattutto una vittoria del compianto amico di tante battaglie Ciro Annunziata, che per primo denunciò la pericolosità dell’attività estrattiva a Montalbino, costituendosi poi con il Comitato Antibarriera come parte civile nel processo. Ringraziamo l’avvocato Rosario Iannuzzi che sta seguendo con noi questa causa, mettendo il suo tempo e la sua professionalità al servizio della città e di tutti quelli che come noi credono in un altro mondo possibile”.