Riceviamo e pubblichiamo, in risposta ad un editoriale dell’avvocato Aldo Di Vito, alcune riflessioni del dottor Antonio D’Antonio, ex dirigente dell’Asl Salerno 1, sulle condizioni delle nostre strutture ospedaliere, ed in particolare dell’Umberto I
Leggo del gradimento di trattamento riservato all’Avv. Di Vito in riferimento ad una recente Sua personale vicenda sanitaria.
Ad eliminare ogni distorsione concettuale, in qualità di medico non posso che avere rispetto per i miei colleghi, che spesso devono superare non poche difficoltà per potere ottemperare ai propri doveri.
L’Avv. Di Vito ha voluto sottolineare il concetto di rinunciare a farsi curare in strutture di rilievo nazionale, mostrando così uno spiccato e forte attaccamento alla propria città.
Comprendo la Sua soddisfazione a soggiornare in una comune stanza di ospedale, dove il conforto di tanta gente, essi stessi ricoverati e non ne hanno attutite le sofferenze (si trattava pur sempre di un ex stimato sindaco cittadino).
Capisco che farsi infiggere un ago nel deretano da uno che t’incoraggia e ti sorride può fare meno male, tutto ciò purtroppo non è sufficiente a giustificare il cattivo aspetto gestionale generale, politico e truffaldino che molte strutture hanno.
Un ospedale si distingue per la funzionalità complessiva della struttura: l’accesso, l’accoglienza, i percorsi clinici sanitari, la buona funzionalità e cooperazione dei servizi di supporto e tanto altro.
Le mie disavventure sanitarie sono state risolte in strutture extra territorio e non per cineserie snobistiche ed esterofili ( non ho mai speso un soldo in queste strutture!!), ma per valutazioni generali della gestione sanitaria che non è fatta solo di abilità di sala operatoria.
Contesto da sempre l’arroganza del potere di miserevoli dirigenti, che occupando, senza merito posti di comando hanno dato luogo ad irragionevoli spartizioni, distribuendo onori ad alcuni e sottratto dignità ad altri.
Egregio Avv. posso capire il merito delle sue scelte, ribadisco la stima ed il rispetto per i miei colleghi, ma ho grande timore di una qualsiasi struttura dove l’arroganza ed il potere fine a se stesso, il servilismo e la spartizione devono essere protettori della mia salute.
Con stima
Dr. Antonio D’Antonio