Cittadini rimasti senza servizi e dipendenti che lottano per i loro diritti per colpa delle leggi volute dal Pd: questo il messaggio dei due esponenti politici salernitani
Antonio Iannone, presidente regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Campania, e Imma Vietri, presidente provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale di Salerno, esprimono la solidarietà del Partito ai dipendenti della Provincia costretti allo sciopero, e ai cittadini che ormai da anni sono senza servizi per le “scellerate scelte di Renzi e degli uomini del Pd”.
“Siamo con i dipendenti e i cittadini della Provincia di Salerno, vittime della scellerata riforma Delrio pensata male, scritta peggio e applicata in maniera mortificante per le professionalità del capitale umano e i servizi da offrire ai cittadini – spiegano -. In tempi non sospetti avevamo denunciato quali sarebbero stati i nefasti effetti della finta abolizione delle Province quando gli uomini del PD locale facevano i professori della pubblica Amministrazione”.
“I dipendenti delle Province – sottolineano Iannone e Vietri – sono gli unici dipendenti pubblici ad aver corso il teorico rischio del licenziamento e messi in una frustrante condizione di inutilità istituzionale. I cittadini non ricevano da anni i servizi dovuti con migliaia di chilometri di strade provinciali abbandonati, scuole superiori a rischio crolli, alunni diversamente abili che non ricevono più contributi per il trasporto e assistenza alla comunicazione, zero attività per la promozione del territorio, tutto si consuma in una rassegnazione istituzionale che porta all’imminente default economico-finanziario. Storia di una morte annunciata rispetto alla quale gli stessi sindacati hanno maturato una tardiva consapevolezza mentre gli attuali amministratori (del Pd) continuano a ballare sul Titanic che affonda e che produrrà enormi responsabilità erariali e debiti che peseranno sulle future generazioni”.
“Ribadiamo – continuano – che Canfora se vuole essere credibile deve dimettersi o da Presidente della Provincia o dal Pd, non può fare l’uomo di lotta e di governo perché la riforma è figlia del minorato pensiero politico del suo capo Renzi, quel Renzi che con i suoi uomini aveva annunciato che avrebbe lasciato la politica in caso di sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. La sconfitta ci fu ma Renzi non poteva salvare l’onore di cui già non disponeva ed è ancora lì con la Boschi, la Fedeli, Romano, Fiano e Delrio a parlare di una ripresa economica che è visibile solo diventando assidui clienti dei migliori spacciatori di Lsd”.
“Fa ridere – concludono Iannone e Vietri – che Delrio sia impegnato nello sciopero della fame per sostenere l’esigenza ideologica ed elettorale di approvare lo ius soli quando invece sarebbe più giusto che scioperasse contro se stesso per gli immani danni che ha creato nella sua esperienza di governo: la distruzione delle Province porta il suo nome ed è stato il progetto pilota del fallimento del renzismo”.