L’atto è l’ultima spiaggia individuata dal politico della cittadina dell’Agro per una soluzione ai drammatici problemi di vivibilità del piccolo centro patria degli omonimi pomodori
Quando si dice “l’ultima spiaggia”… Evidentemente Vincenzo Marrazzo, consigliere comunale a San Marzano, deve aver esaurito ogni speranza, e per risolvere i problemi della sua città tenta la cosiddetta “ultima carta”: scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Matarella.
I problemi cui Marrazzo non riesce a movimentare sindaco e assessori della sua città sono quelli, in verità comuni a molti centri della provincia di Salerno: strade che definire dissestate è un modo fin troppo elegante, e ambiente, ed in particolare il risanamento del fiume Sarno.
“Chi le scrive – esordice il consigliere rivolgendosi a Mattarella – svolge il ruolo di consigliere comunale a San Marzano sul Sarno, città dove sono nato, lavoro e vivo con la mia famiglia. Mi appello a lei da semplice cittadino e umile rappresentante delle istituzioni, perché la mia comunità è costretta a convivere con un problema che ormai è diventato uno stucchevole rimpallo di responsabilità tra Enti. Le principali strade di San Marzano sul Sarno sono un percorso di guerra. Via Gramsci, via Matteotti e via Pendino, solo per farle alcuni esempi, sono talmente dissestate e prive di segnaletica che transitare in queste carreggiate mette davvero a rischio l’incolumità di cittadini e automobilisti. Parliamo di arterie provinciali, dove, però, la politica continua a litigare e a mostrare il lato peggiore di sé. Intanto i residenti non possono contare su delle semplici strisce pedonali e il pericolo raddoppia per gli alunni che frequentano le scuole presenti in zona”.
Vincenzo Marrazzo poi tira in ballo il secondo problema, non meno esplosivo: il Sarno. “Non parliamo poi della questione ambientale – continua – che ci vede protagonisti involontari dell’inquinamento del fiume Sarno, quello che per tutti resta il più inquinato di tutti. Nelle nostre acque, imprenditori e cittadini senza scrupoli sversano qualsiasi tipo di veleno, costringendo questa terra a morire ogni giorno. Così non si può andare avanti”. Alla fine, infrangendo tutti i protocolli, un invito “a visitare la nostra città quanto prima e compatibilmente con i suoi impegni istituzionali (…)Presidente, noi marzanesi crediamo in lei. Ci aiuti”.