Inaccettabile una fuga di notizie dalla Procura secondo l’ex candidato sindaco, che ha appreso dalla stampa di essere oggetto di indagine. «A chi giovano questi accadimenti?», si chiede

Si dichiara disorientato e dispiaciuto Mario Stanzione, ex candidato sindaco all’ultima tornata elettorale. Ha appreso infatti dalla stampa, e non dall’autorità giudiziaria, di essere stato indagato dall’Autorità inquirente per falsa dichiarazione resa al Magistrato durante l’interrogatorio del 7 luglio scorso. Insieme a lui, con la stessa imputazione, il parroco di san Giuseppe, don Alfonso Santoriello, già allontanato dalla sua chiesa, che negò al Magistrato di conoscere Antonio Pignataro.

Le accuse che riguardano Mario Stanzione sarebbero invece correlate al fatto che lui abbia negato di essere stato minacciato  da Luigi Sarno che avrebbe cercato di diventare “l’affissore ufficiale” dei suoi manifesti elettorali in cambio di una somma di danaro.
«La realtà è che io non potevo sapere che Sarno avesse poi parlato con “lo zio” (Antonio Pignataro, ndr) di volermi “far dispiacere” per il mio atteggiamento non accondiscendente – spiega Mario Stanzione – Ma dallo stesso interrogatorio del 7 luglio scorso, durato ore, è emerso con chiarezza che io ero vittima. Se poi il giudice ha ritenuto di non credere al fatto che io fossi all’oscuro degli “intenti bellicosi” di Sarno, come del resto mi aveva anticipato, e di ritenere che io non intendessi parlare perché intimidito, è un suo diritto, per il quale se necessario discuteremo in giudizio. Io sulla vicenda sono tenuto al segreto istruttorio, ma posso dire che se una persona parla – come le intercettazioni ambientali confermerebbero – di volermi fare del male con un terzo, io non posso saperlo. Nè avevo mai ricollegato l’episodio della foratura delle gomme di Francesco Cappuccio al colloquio con Sarno. Questo è certo».
Stanzione si duole del come sia venuta fuori la notizia: «Non riesco a comprendere come, e soprattutto perché – possano esserci queste fughe di notizie dalla Procura. Non è bello aprire il giornale e apprendere di essere indagato senza aver aver avuto alcun avviso dall’autorità deputata. Pensi che ho avuto copia del documento da un suo collega. A chi può giovare questo comportamento?».

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