Nella prima seduta del parlamentino cittadino dopo la bufera tiene ancora banco la polemica sulle motivazioni che hanno portato il consigliere di “Uniti per Torquato” a lasciare lo scranno lo scorso primo settembre
di Fabrizio Manfredonia
Si è tenuto stamattina il primo consiglio dopo le dimissioni del consigliere della lista “Uniti per Torquato” Nicola Maisto, dimessosi a seguito delle accuse di presunta compravendita di voti nell’ultima tornata elettorale.
Il primo punto in agenda ha riguardato le votazioni in merito alla surrogazione del consigliere dimissionario. Il Consiglio, nel rispetto dell’articolo 45 comma 1 del “Testo Unico degli Enti Locali”, che prevede la surroga del consigliere dimissionario con il candidato che nella “medesima lista segue immediatamente l’ultimo eletto”, ha affidato l’incarico a Raffaele Salomone con 16 voti favorevoli. Non sono mancate le polemiche da parte delle minoranze presenti che, tra l’altro, Alfonso Schiavo a parte, si sono astenute dal voto, lamentando una scarsa chiarezza in merito all’affare Maisto. In particolare Vincenzo Spinelli, Tonia Lanzetta e Pasquale D’Acunzi hanno più volte ribadito la scarsa attenzione alle motivazioni che hanno portato alle dimissioni del consigliere. «A me non interessa in quest’aula accertare delle responsabilità penali- ha dichiarato Spinelli- però il presidente aveva un dovere politico di calendarizzare un’interrogazione sulla questione».
Schiavo spiega invece il suo voto contrario: «Secondo me Nicola Maisto non doveva dimettersi. Dal primo momento mi è stato detto che bisogna aspettare che la Magistratura faccia il suo corso, mi chiedo perché abbiamo consentito a Nicola Maisto di andarsene prima che essa si sia effettivamente pronunciata».
Il secondo punto ha riguardato le questioni inerenti il “Piano di zona S01”, e nel caso di specie la modifica dell’articolo 4 della convenzione sul piano di zona a cui hanno aderito i comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio, che prevedeva la costituzione di una azienda consortile per la gestione dei servizi entro sei mesi dalla firma della stessa e comunque non oltre il primo di ottobre. La proposta, poi accettata con 17 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti, ha modificato l’articolo dilatando la durata della convenzione fino all’effettiva costituzione dell’azienda consortile. È proprio l’indeterminatezza del termine che ha innescato forti polemiche tra le minoranze. In particolare Vincenzo Spinelli ha espresso non pochi dubbi sia sulla reale utilità di un’azienda consortile sia sulla vaghezza dei termini. «Così possiamo arrivare anche al 3000 senza aver costituito questa azienda». Tonia Lanzetta ha parlato invece di «Ennesima sconfitta per questa amministrazione, che accumula ritardi».
Approvato anche il terzo punto discusso, con 18 voti favorevoli e 5 astenuti, cioè il bilancio consolidato analizzato dall’assessore Mario Campitelli e che riguardava la situazione patrimoniale consolidata degli enti collegati al Comune, degli organismi strumentali, delle aziende e delle società controllate e partecipate secondo quanto previsto dall’articolo 11 bis della legge 118 del 2011 e dell’allegato. Nel corso della seduta approvata anche la ricognizione delle partecipazioni. L’ultimo punto, inerente le linee programmatiche relative ai progetti da realizzare nel corso del mandato, è stato rinviato alla successiva seduta di consiglio.