Dopo aver saputo della squalifica di un mese a causa delle presunte dichiarazioni lesive all’indirizzo dell’amministratore del L’Aquila Antonio Ranucci, il tecnico rossonero si è difeso in conferenza stampa: «Non voglio che questa vicenda danneggi ingiustamente la mia immagine»
di Domenico Pessolano
La squalifica di un mese inflittagli dalla Commissione Disciplinare della FIGC non è andata per niente giù a Massimo Morgia, fortemente convinto di non aver indirizzato all’amministratore unico del L’Aquila Antonio Ranucci dichiarazioni offensive.
Nel pomeriggio di ieri, consapevole di dover difendere giustamente la propria immagine pubblicamente, l’allenatore della Nocerina ha parlato in una lunga conferenza stampa, nella quale è apparso molto deluso dell’accaduto: «Sono fortemente dispiaciuto per quello che è successo e arrabbiato per l’ingiusta sentenza che mi è stata riservata. Non credo di aver pronunciato frasi fortemente offensive nei confronti dell’avvocato Ranucci poiché, dopo l’esonero del direttore sportivo Alessandro Battisti, ho pensato semplicemente di dimettermi e di non creare ulteriori polemiche». Tante, invece, se ne sono sollevate in seguito all’amara sentenza, che rischia di danneggiare la figura di un uomo onesto e serio come Massimo Morgia: «Accuse di questo genere possono far perdere credibilità a qualsiasi persona. Affinchè ciò non avvenga, preferisco difendermi con le unghie e con i denti da qualsiasi tipo di giudizio. Vivo nel mondo del pallone da cinquant’anni, mi sono tenuto lontano da tutti gli scandali che hanno infangato questo settore e voluto sempre un calcio pulito». A fine conferenza, il trainer dei molossi è nuovamente tornato a parlare del match casalingo di domenica contro l’Igea Virtus, pareggiato uno a uno: «Abbiamo giocato una buona gara ma, alla prima vera disattenzione, abbiamo subito il gol del pari. Parlare di una brutta prestazione è sbagliato». Nella serata di ieri, intanto, tramite una lettera pubblicata sul suo profilo Facebook, mister Morgia ha ringraziato nuovamente la Nocerina per la fiducia rinnovatagli: «Non ho accettato con serenità il verdetto proprio perché, per l’errore che ho commesso, paga la Nocerina, società che non c’entra niente con l’accaduto. Sono molto amareggiato ma, allo stesso tempo, felice della volontà da parte della dirigenza rossonera di non interrompere il nostro rapporto».