Conferenza stampa congiunta, questa mattina, dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil per denunciare la catastrofica situazione degli enti che Renzi voleva abolire

È stato un vero e proprio grido di allarme quello lanciato questa mattina dai segretari provinciali salernitani della Funzione Pubblica di Cgil – Angelo De Angelis – Cisl – Pietro Antonacchio – e UIl – Donato Salvato – per denunciare lo stato in cui versano le Province italiane, enti che con la riforma della Costituzione lanciata da Renzi e bocciata dalle urne dovevano scomparire e che invece sono ancora in piedi ma praticamente svuotate e – per i tagli verticali ai fondi erogati dal Governo – impossibilitate a fare poco più che pagare gli stipendi e le rate dei mutui in corso.

«In tutta Italia esiste un passivo a carico delle Province di circa 900 milioni di euro – spiega Donato Salvato – di cui circa 150 solo per l’Ente provinciale di Salerno. Con i tagli operati dal Governo c’è ormai ben poco da operare sul territorio: delle somme che dovrebbero servire a finanziare questi enti, derivanti dalle tasse sulle vendite delle autovetture e dall’addizionale sulle assicurazioni, ormai l’82% viene trattenuto dal Governo centrale. Quel che resta serve davvero solo per pagare gli stipendi e per i mutui già in corso, mentre per le altre competenze provinciali come scuole e strade non vi sono assolutamente fondi. Questo si traduce anche nella quasi totale inoperosità dei dipendenti delle provincie, che senza fondi non possono fare alcunché. Noi siamo aperti ad ogni soluzione – continua il segretario della Uil Fpl – ma non possiamo assolutamente tollerare che le province muoiano di inedia! In questo modo si mortificano anche i lavoratori che stanno lì senza sapere che fare. Si faccia un progetto serio, si decida cosa si vuole fare di questi Enti e del personale, e confrontiamoci. Già 20mila dei dipendenti provinciali in tutta Italia hanno trovato un’altra collocazione a seguito di mobilità: si decida che fare degli altrettanti dipendenti rimanenti. Non escludiamo nemmeno che possano rimpinguare gli organici decisamente carenti dei Comuni».
I tre rappresentanti sindacali, dopo la conferenza stampa, si sono recati in Prefettura per conferire con il rappresentante del Governo, il prefetto Salvatore Malfi, questa loro posizione. «Purtroppo però – dice amareggiato Salvato – non era in sede né lui né il suo vice. Ci siamo dovuti “accontentare” di un funzionario. Così non va bene: di questo passo il dissesto economico di tutti questi enti non tarderà a venire nel giro di qualche anno. Con quali effetti sui territori?».

 

 

 

 

 

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