Lo studioso della storia delle religioni, esperto di lingua ebraica, era stato incaricato dalle Edizioni San Paolo di tradurre il Libro dei libri dall’ebraico all’italiano
di Eberardo Palmentieri
“Ohibò, non mi ci ritrovo più”. Sarà stato questo il pensiero che Mauro Biglino, noto studioso di storia delle religioni ed esperto in lingua ebraica, avrà formulato ad un certo momento del suo lavoro di traduzione della Bibbia dall’ebraico. Incarico che, per inteso, non aveva ricevuto da uno qualunque ma dalla casa editrice “Edizioni San Paolo”, la più importante in Italia per la produzione di testi sacri e legata a doppio filo con il Vaticano.
La collaborazione con le istituzioni cattoliche si è bruscamente interrotta quando Biglino ha deciso di rendere pubblico – attraverso i suoi libri – il vero senso del testo biblico, emerso dalle traduzioni che aveva eseguito. Ed infatti mentre spesso si sente dire dalle istituzioni cattoliche che “certi passi della Bibbia non vanno letti “alla lettera”, ma vanno interpretati”, questa libertà sembra limitata a parabole, proverbi ed allegorie. Se invece si usa una interpretazione metaforica in senso generale, essa diviene “abuso” ed eresia…La storia, come è noto, andando a ritroso nel tempo diventa troppo spesso mitologia. Succede nei tempi “recenti” della creazione di Roma, ed in modo ancora più significativo nelle storie delle popolazioni mesopotamiche. Lavorando secondo una rigorosa etica esegetica, Biglino ha portato alla luce i sorprendenti significati riportati da una delle fonti bibliche più antiche, il Codice Masoretico di Leningrado, che è un manoscritto del testo masoretico (la versione ebraica della Bibbia in uso fra gli ebrei) realizzato su pergamena e risalente al 1008.Il Codice Masoretico è già vocalizzato, sono cioè già scritte sia le vocali che le consonanti, mentre altri codici originali riportano il testo biblico per sole consonanti ed obbligano il traduttore a dover supporre ed inserire le vocali che lui ritiene siano più confacenti ad ottenere un significato plausibile, ma soggettivo. Le vocali del Codice di Leningrado furono inserite alla sua stesura, più di mille anni fa, e quindi Biglino si è limitato alla traduzione letterale di un testo già fatto e finito. Biglino conclude che siamo stati creati da esseri venuti dallo spazio che ci hanno manipolato geneticamente: questa storia è narrata e confermata anche nella Bibbia, pur se le traduzioni italiane successive ne hanno molto edulcorato il senso. Per Mauro Biglino gli Elohim della Bibbia sono proprio gli Anunnaki sumerici, sotto un’altra denominazione. Ecco un riepilogo schematico dei punti salienti del contenuto biblico originale:
• Esiste un creatore dell’Universo e degli esseri, ma questo creatore non è lo Jahvé della Bibbia;
• Colui che nella Bibbia è denominato Jahvè è uno degli Elohim venuti dallo spazio, un essere in carne ed ossa che parla e cammina;
• Jahvè era un essere molto bramoso di possedere oro;
• Gli esseri umani sono stati creati con un innesto genetico del DNA dei nostri creatori Elohim;
• I nostri creatori viaggiavano su macchine volanti, le loro astronavi, i “carri di fuoco”;
• C’era un rapporto diretto tra gli Elohim e la Sumeria, la terra dei guardiani delle macchine volanti;
• I giganti esistevano effettivamente e si sono accoppiati con gli uomini;
• La spropositata età dei patriarchi umani come Matusalemme era reale e dovuta al continuo innesto genetico da parte degli Elohim, poi cessato;
• Gli Angeli citati nell’Antico Testamento sono esseri in carne ed ossa e non corrispondono agli esseri spiritualmente disincarnati delle dimensioni superiori oggi noti come “gerarchie angeliche”;
• I Dieci Comandamenti scritti sulla pietra non sono quelli che ci sono stati tramandati;
• Sodoma e Gomorra furono distrutte da una battaglia con armi aliene non convenzionali;
• e molto altro ancora…