Incongruenze di monsignor Giudice che parla di decisione presa nel 2014 di acquisire il terreno, che però secondo la Procura apparteneva di fatto a Ciro Eboli dal 30 aprile scorso
C’è qualcosa che non quadra nel comunicato del vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice, che prende con decisione le distanze dai fatti criminosi che hanno coiunvolto la città e il Comune e lambito la parrocchia di San Giuseppe, retta da don Alfonso Santoriello, per la vicenda della casa famiglia.
Pubblichiamo il comunicato pervenutoci, ma non possiamo non notare che il vescovo parla di decisione assunta nel 2014 di acquisire il terreno. Come mai esso era stato invece “opzionato” da Ciro Eboli in un atto notarile del 30 aprile 2017, come riporta anche “La Città” di oggi? Siamo certi che la cosa sarà presto chiarificata nei termini così da sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. Ecco il comunicato:
“A margine delle vicende di cronaca giudiziaria che negli ultimi giorni hanno interessato Nocera Inferiore, la diocesi sottolinea che alla base del progetto della parrocchia san Giuseppe c’era la ferma volontà di sostenere e aiutare le fasce più deboli della città, in particolare del quartiere Montevescovado. È stato questo il principale intento che, nel dicembre 2014, ha spinto il parroco e l’intera comunità parrocchiale a voler acquisire il fondo di terreno adiacente al complesso già esistente. Nella primavera 2017 la procedura è entrata nel vivo con una doppia richiesta al Comune di Nocera Inferiore da parte del parroco. Le due note riguardavano un possibile cambio di destinazione urbanistica del fondo adiacente al confine parrocchiale, così da poter realizzare una struttura caritatevole e alcuni interventi di manutenzione straordinaria a servizio del vicino complesso parrocchiale. Il 9 maggio scorso il vescovo Giuseppe Giudice, a seguito di un colloquio richiesto dal sindaco della Città, Manlio Torquato, ha inviato una lettera con la quale esprimeva parere favorevole alla richiesta inoltrata dal parroco. Il vescovo autorizzava la presentazione del progetto corredato da tavole grafiche, sia architettoniche che strutturali, nonché dal piano economico/finanziario, subordinato alla verifica della sostenibilità da parte del Consiglio diocesano affari economici. Ribadendo con fermezza la totale distanza della comunità ecclesiale da ogni fenomeno illegale e la condanna di qualsiasi atteggiamento di prevaricazione, si esprime fiducia nella Magistratura che sta lavorando per l’accertamento della verità”.