Per Donato Salvato, segretario provinciale della Uil Fpl, è a rischio il piano industriale annunciato il 31 luglio scorso, un servizio importante per i cittadini ed anche posti di lavoro
di Antonietta Rosamilia
No alla chiusura della farmacia h24 di Scafati. A chiederlo, conti alla mano, è Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl provinciale. In una nota inviata al presidente dell’Assemblea del Consorzio farmaceutico intercomunale, il sindaco di Capaccio, Franco Palumbo, al presidente del Cda dell’Ente, Andrea Inserra, al direttore generale del Consorzio, Francesco Sorrentino, e ai commissari straordinari del Comune di Scafati, il sindacalista ha spiegato perché la struttura, redditizia anche dal punto di vista economico, non deve chiudere.
Il Consorzio, secondo i dati dell’organizzazione di categoria, perderebbe un introito annuo di 400mila euro.
«Sembrerebbe – cio dice Donato Salvato – che dal prossimo mese di settembre una delle cinque farmacie di Scafati, denominata “Scafati 5”, cesserà di offrire alla collettività il servizio continuato h24. Ci pare una notizia certamente in contrasto con quanto enunciato nell’incontro del 31 luglio scorso, ovvero la precisa volontà di rilanciare con un piano programmatico le farmacie comunali del Consorzio da circa 20 anni, punto di riferimento per le fasce più deboli della popolazione».
La notizia – che il segretario provinciale della Uil Fpl si augura infondata – andrebbe mortificare gli incassi di quella, che tra le 19 di proprietà del Consorzio, è quella che ha il fatturato più alto ed in ulteriore previsione di crescita del 15%, ma anche ad invalidare un servizio di natura sociale svolto ad un comprensorio di circa 100mila abitanti svolto da 20 anni.
«Il sindaco Palumbo – continua Salvato – nell’ultima assemblea del 31 luglio diceva che occorre che ciascuno faccia la propria parte affinché si trovino le condizioni per il mantenimento del Consorzio, e che ciò richiedeva scelte condivise tra la parte pubblica e le organizzazione sindacali. Ecco perché ci auguriamo che quelle parole non siano affermazioni di facciata. Invitiamo il consorzio a rivedere tale decisione se effettivamente prevista ed assunta in assenza di condivisione, scongiurando scelte che penalizzerebbero i lavoratori e i cittadini nonché la stessa esistenza futura del Consorzio».