Il campo di gioco ultracentenario ha affrontato bei momenti ma anche peripezie nella sua storia. Nel 1990 fu anche tappa della visita di papa Wojtyla a Nocera Inferiore e Pagani
di Nello Vicidomini
«Non c’è un altro posto nel mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio». Così Albert Camus sintetizzava l’importanza dello stadio per l’uomo contemporaneo. E per i nocerini quest’affermazione vale ancora di più, perchè gli spalti del San Francesco d’Assisi sono ancora lì dove erano il giorno in cui si diedero i primi calci al pallone in città, più di cent’anni fa.
L’area in cui sorge il campo sportivo si chiamava una volta “Piazza d’armi” ed era un ampio spiazzo utilizzato per esercitazioni dalle truppe militari di stanza nella “caserma rossa”. Furono proprio i soldati a tirare calci dietro ad una palla prima ancora della Nocerina che ne usufruì dal 1914. In quell’anno le linee del terreno di gioco vennero tracciate secondo il regolamento per la prima volta nella provincia di Salerno e gli spettatori si sistemavano semplicemente ai bordi, creando non pochi problemi ai calciatori. A causa di ciò, nel giro di pochi anni fu installata una recinzione.Il rudimentale impianto, però, con l’inizio della seconda guerra mondiale dovette essere lasciato nelle mani dell’esercito. Inoltre l’eruzione del Vesuvio nel ’44 contribuì a devastarlo, ricoprendo di lapilli il manto erboso. Alla ripresa dell’attività calcistica, pertanto, la Nocerina fu costretta a giocare per due stagioni nel campo Forino, ricavato dal piazzale di una azienda conserviera del quartiere Liporta. Nel frattempo il “Piazza d’armi” venne risistemato con la costruzione di ulteriori gradoni e di una tribuna in legno dove sorge quella attuale, oltre ad essere dotato di mura esterne. In questo periodo si sviluppò il tifo nocerino e i settori furono sempre più stracolmi. In molti ricordano dei tanti ragazzi che, per non pagare, osservavano i propri beniamini dagli alberi circostanti o dai tralicci della ferrovia. Proprio su uno di questi trovò la morte un giovane tifoso folgorato negli anni ’50. Nel 1970, per la ridotta capacità di accogliere i tifosi e per la fatiscenza degli spalti, si decise di ricostruirlo da zero con l’impronta che ha tutt’oggi. Per l’occasione fu invitato per un amichevole il Cagliari di Gigi Riva campione d’Italia, accolto con entusiasmo dalla città, ma bisognò attendere il 1973 per l’apertura definitiva con il nome di “San Francesco d’Assisi”. Successivamente fu completato il sistema di illuminazione e la copertura della tribuna e nei primi anni duemila fu edificata la curva nord ed effettuate varie modifiche regolamentari. Il San Francesco rappresenta per i nocerini quasi un luogo di culto. Chiunque si trovi a passare per il viale alberato non può evitare di buttare uno sguardo verso quei gradoni che si fondono con le emozioni, la passione, la magia, i ricordi. È la “casa” di tutti i nocerini. Ha affrontato gioie e dispiaceri, promozioni e retrocessioni, finanche bombe e alluvioni. Eppure è sempre lì ed anche per la nuova stagione è pronto ad accogliere i suoi tifosi.
un caloroso ringraziamento a Ciro Paolillo per le foto