La storia della fraternità che ancora oggi è faro di civiltà dell’Agro. È la più antica della città; l’edificio fu costruito grazie all’intervento della famiglia Filangieri
di Anna De Rosa
Nella società nocerina spiccano realtà che hanno saputo essere punto di riferimento per la crescita umana e spirituale delle popolazioni: i conventi e i monasteri. Il primo di cui il Risorgimento nocerino ha scelto di occuparsi è il più antico: il convento di Sant’ Antonio.
È una delle più antiche dimore minoritiche del XIII secolo e nonostante i numerosi restauri, la chiesa conserva ancora lo stile architettonico puro della sua costruzione originaria. Questo luogo di culto è una vera e propria istituzione per la nostra città: è testimonianza viva che già nei primi decenni del XIII secolo il credo francescano con il suo messaggio innovatore di spiritualità cristiana e di vita sociale fosse presente nell’ Agro. La fondazione della costruzione è da collegarsi alla nobile famiglia Filangieri: questi, provenienti dalla Normandia, si stabilirono nel Principato di Salerno. In seguito si distinsero in diverse vicende militari, ma soprattutto nell’essere fautori della nascita di molti conventi francescani, tra cui il nostro.Infatti è grazie a Guidone e Pietro Filangieri che si fa risalire l’inizio e lo sviluppo del convento e della chiesa, ed entrambi alla loro morte verranno sepolti tra queste mura. Inizialmente la struttura fu realizzata in stile gotico; ciò si può notare nelle linee essenziali e nei resti del portale.Nella storia del convento fa eco un evento leggendario: l’episodio della congiura dei cardinali. Quando nel 1384 il papa Urbano VI dimorava nel castello di Nocera, i cardinali Mezzevacca, Guglielmo d’ Altavilla, Bartolomeo Gogorno, Ludovico Donati e Galeotto da Pietramala congiurano di sequestrare il pontefice nel convento francescano, dove l’avrebbero dichiarato eretico e passibile di condanna a morte.
Il convento è stato anche al centro delle vicende politiche del ‘400 e ‘500: infatti in quegli anni concorre a diventare sede dei Parlamenti nocerini per l’elezione dei sindaci universali e dei magistrati della città. «Nel XVII secolo il convento raggiunge il suo massimo splendore come cenacolo dello spirito e della cultura per tutto il territorio», è scritto nell’archivio generale dell’ordine dei frati minori conventuali.
Successivamente, nel 1808, a causa dei Napoleonidi, il convento venne chiuso, costringendo i frati che vi dimoravano a trasferirsi altrove. In seguito a ciò il convento fu adattato a caserma militare fino alla fine della seconda guerra mondiale. La chiesa, invece, per evitare che venisse sconsacrata, o impiegata come deposito, fu acquistata dall’Arciconfraternita dell’Immacolata. Solo nel 1951 i fratelli poterono ritornarne in possesso. Dal 1951 ad oggi il convento dei frati minori conventuali di Nocera continua la sua opera culturale e sociale con varie iniziative: il Museo archeologico dell’ Agro nocerino, la Pinacoteca cinquecentesca con oltre 20 tavole, ed infine nel 1968 la ristrutturazione della Biblioteca del convento nei locali adiacenti il Museo.