Anche quest’anno l’indagine dell’Agenzia europea per l’ambiente riporta Vietri, parte di Salerno ma anche di Atrani e Pontecagnano tra le acque zozze. Ma di divieti nemmeno l’ombra
Vietri sul Mare, Salerno, Battipaglia, Pontecagnano, Eboli, Atrani. Sono questi i nomi delle sei cittadine i cui litorali, in tutto o in parte, sono contaminati da colibatteri fecali.
Sono proprio i mari che i nocerini frequentano più spesso, a cominciare da quello di Vietri.
Ma vediamo i dettagli: in Campania sono 21 in tutto le spiagge con una qualità delle acque risultata scarsa. I dati sono contenuti nella relazione annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) e sono riferiti all’anno 2016. Le gradazioni previste per indicare l’inquinamento di un sito balneare sono “eccellente”, “sufficiente” e “scarsa”, appunto l’etichetta affibbiata alle spiagge a noi vicine. Nel dettaglio ad essere affette da divieto totale di balneazione sono: Castel Volturno (pineta grande sud); Castel Volturno (Villaggio agricolo); Sessa Aurunca (sud fiume Garigliano); Castellammare di Stabia (ex cartiera); Castellammare di Stabia (villa comunale); Napoli (San Giovanni a Teduccio); Napoli (Pietrarsa); Pozzuoli (lido di Licola); Pozzuoli (stabilimento balneare); Ercolano (ex bagno Risorgimento); Ercolano (La Favorita); Torre Annunziata (nord foce Sarno); Atrani (spiaggia di Atrani); Battipaglia (Spineta nuova); Battipaglia (lido Spineta); Eboli (nord fiume Sele); Pontecagnano (Faiano Magazzeno); Pontecagnano (Faiano la Picciola); Salerno (est fiume Irno); San Giovanni a Piro (Scario); Vietri sul Mare (Marina di Vietri primo tratto).
Secondo la direttiva Ue che tratta dell’argomento, quando l’acqua risulta di scarsa qualità gli Stati membri della Ue devono adottare alcune misure, come il divieto di balneazione per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento; l’individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo «sufficiente»; adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento. Inoltre, per cinque anni consecutivi, devono disporre un divieto permanente di balneazione o un avviso che sconsiglia permanentemente la balneazione. Precauzioni che non ci è sembrato vedere attuate nelle spiagge a noi vicine, alcune delle quali erano in pessima condizione anche l’anno scorso.
“La contaminazione fecale dell’acqua – è scritto in una nota dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) – continua a presentare un rischio per la salute umana, in particolare nei siti di balneazione. Nuotare in acque di mare, fiumi o laghi contaminati può essere causa di malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e le acque di drenaggio provenienti da aziende e terreni agricoli. Tale inquinamento aumenta in caso di forti piogge e inondazioni a causa della tracimazione delle fognature e del riversamento delle acque di drenaggio inquinate nei fiumi e nei mari”.