L’allenatore e lo storico capitano chiamati a trascinare il gruppo verso un grande campionato. Il tecnico: «Si vince tutti insieme». Il ‘10’: «Per me esiste solo questa squadra»

di Marco Stile
«La mia squadra? La paragono a una classe di scuola. E siamo solo ai primi giorni, quindi non riesco a dare voti. Ma ho trovato gente disponibile, in vista delle prime interrogazioni».

Il professor Massimo Morgia ha fatto capire a tutti, sin dai primissimi giorni col suo gruppo, che con lui non si scherza. Decibel alti, ordini secchi e precisi, grande determinazione impressa alla squadra: l’allenatore romano pare essere uno che non si risparmia mai. E che pretende che la propria classe viaggi a mille all’ora. Allenamenti svolti prevalentemente con la palla, tocchi di prima, fase di possesso, pressing: il 3-4-3 del mister, modulo già di per sé offensivista, non pare essere destinato a permettere ai calciatori di risparmiarsi minimamente, di lesinare movimenti tra gli spazi e di rinunciare a cercare il controllo del gioco.
Sull’attenti, ragazzi: è il momento di apprendere quanto più possibile per poi mettere in pratica le proprie conoscenze durante l’anno. Ma c’è tanto da studiare: «Mancano ancora delle pedine. E dobbiamo trovare molti giovani competenti. Spero di poter lavorare il prima possibile con questo numero di giocatori a disposizione». Insomma, non solo la classe, ma anche dirigente scolastico e personale ausiliare devono lavorare per raggiungere l’obiettivo. «In D si vince con la società, con la città che ti ospita, con i tifosi, coi calciatori: i successi si colgono tutti insieme».
L’alunno modello di questa classe? Come ha detto il professore, lanciarci in valutazioni precoci sarebbe deleterio. Ma possiamo già dire che il ragazzo chiamato a brillare e a innalzare il rendimento di tutta la scolaresca veste la numero 10 e risponde al nome di Giovanni Cavallaro. Lo storico capitano dei molossi è senza dubbio uno dei calciatori su cui la tifoseria fa più affidamento per provare l’assalto alla gloria. Lui, d’altronde, fa di tutto per farsi amare: «Noi ce la metteremo tutta: la Nocerina è della città. Da qua alla fine dell’anno dobbiamo andare a mille, senza perderci per strada come può accadere. Con l’impegno e il lavoro i risultati arriveranno. E poi abbiamo un mister e uno staff tecnico molto preparato».
Lo studente ha interrotto le vacanze per tornare a scuola: «Ero al mare quando mi ha chiamato la dirigenza. Ho preso la macchina, sono arrivato qui e ho subito avuto la voglia di dare tutto. Per me esiste solo la Nocerina. Aspetti economici e compagnia bella sono in secondo piano. La società ha fatto un grosso sacrificio, così come me». Freniamo, però: a lui, ormai non più un giovane di belle speranze, tocca lavorare sodo: «Io mi sto allenando da più giorni qui perché rispetto ai miei compagni sono vecchiotto, mi devo preparare di più!».
La classe si sta formando. Il nuovo professore, sostituto del predecessore Simonelli, è già carico. Il gruppo deve alzare l’asticella rispetto all’anno scolastico precedente. Arriverà la promozione per tutti?

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