Il professionista e docente universitario nocerino dalla giovane e promettente carriera spiega ai nostri lettori l’importanza, soprattutto nello sport, della sua disciplina nata a fine ‘800
di Valerio D’Amico
Un’esperienza nello staff medico-fisioterapico dell’ultima Nocerina allenata prima da Maiuri poi da Simonelli e una carriera in ascesa, sia come libero professionista che come docente universitario. Il dottor Emanuele Astuti, in una breve ma intensa e interessante chiacchierata, ci ha chiarito diversi concetti sull’osteopatia, mostrando passione e grossa competenza per la disciplina nata grazie al lavoro di Andrew Taylor Still (nella foto in bianco e nero).
– Cos’è l’osteopatia e qual è il ruolo dell’osteopata?
«L’osteopatia è una medicina complementare nata nella seconda metà dell’Ottocento ad opera di un medico americano che non aveva piena soddisfazione della guarigione dei pazienti attraverso le tecniche conosciute all’epoca. Iniziò, quindi, a studiare l’anatomia più nel particolare e a praticare tecniche manipolative su muscoli, articolazioni e visceri che ristabilivano e miglioravano le problematiche posturali. L’osteopata è fondamentale perché valuta la postura del suo paziente prevendendo, in prima analisi, l’instaurarsi di problematiche quali lombalgie, cefalee e cervicalgie».
– Il suo lavoro consiste nell’aiutare la persona sofferente senza prescrivergli farmaci. Quanto è importante in un processo di riabilitazione evitare l’assunzione di medicinali che potrebbero poi rivelarsi dannosi?
«È assolutamente sbagliato prendere farmaci al minimo dolore, come da consuetudine in medicina nell’ultimo ventennio. L’assunzione continua, soprattutto dello stesso farmaco, può provocare assuefazione, oltre che presentare diversi effetti collaterali. Noi osteopati non lavoriamo sul sintomo denunciato dal paziente ma sulla causa che ha determinato quel sintomo».
– La netta diffusione dell’osteopatia negli ultimi anni potrebbe aprire all’ingresso di questa figura all’interno degli ospedali o, magari, nelle strutture riabilitative?
«Lo speriamo tanto. Al momento l’osteopatia, pur essendo stata approvata dall’OMS, in Italia non è riconosciuta. In Parlamento si sta discutendo l’identificazione a livello sanitario di questa figura, nella speranza di equipararci ai tantissimi altri paesi del mondo dove l’osteopata è parte integrante del sistema sanitario già da diversi anni».
-Cosa ci dice della recente esperienza con la Nocerina?
Sono estremamente soddisfatto del lavoro svolto per la Nocerina. Dal punto di vista clinico abbiamo avuto pochissimi infortuni e le poche problematiche che si sono presentate sono state risolte in tempi brevi. È stata la mia prima esperienza nel mondo del calcio e spero di proseguire nel mio lavoro, soprattutto perché è un onore e una gioia poter essere utile alla propria squadra del cuore».
– Qual è il ruolo dell’osteopata nel mondo dello sport?
«L’osteopata aiuta lo sportivo a migliorare il gesto tecnico e le prestazioni. Un atleta che si allena su posture sbagliate avrà dei freni che lo limitano in uno scatto, in uno stacco di testa, piuttosto che in un salto. Grazie al nostro aiuto questi piccoli gesti tendono a migliorare e gli infortuni muscolari a diminuire, per merito di un continuo lavoro sulla postura».