Chiude la carriera come questore di Milano. Fu alla guida del commissariato cittadino negli anni bui della guerra alla camorra cutoliana e a quella della nuova famiglia di Alfieri e Galasso

di Antonietta Rosamilia

Da domani sarà in pensione per raggiunti limiti di età il dottor Enrico Moja, indimenticato e battagliero vicequestore a Nocera Inferiore negli anni duri della lotta alla camorra cutoliana prima, e della Nuova famiglia e dei Galasso poi. Moja ha ottenuto nella sua carriera encomi solenni e attestati di stima da parte dei capi di polizia Masone, Manganelli, Pansa e Gabrielli.

Fu anche vicequestore ad Aversa, e questore vicario a Potenza ed a Salerno. Dal dal 1 giugno 2013 al 1 settembre 2016 è stato questore ad Arezzo dove – come ha dichiarato al Giornale – ha vissuto “un lungo ed onorato periodo”.
Moja – 63 anni e la cui famiglia è originaria di Roccapiemonte – ha concluso la sua carriera a Milano, dove è stato trasferito sei mesi dopo che domenica 28 febbraio 2016 l’associazione “Vittime del Salva-Banche” organizzò una protesta davanti alla villa di Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria, che sorge nel Comune di Laterina (in provincia di Arezzo), ed alla quale partecipano 300 persone. La manifestazione fu autorizzata dal questore Moja, e i “bene informati” attribuiscono a questo il suo improvviso “trasloco”, anche se lui smentisce e dice di non avere alcuna prova per poterlo dimostrare.
Enrico Moja, al quale vanno in particolare gli auguri di una serena quiescienza da parte del direttore Gigi Di Mauro e del dottor Umberto Belpedio, stimatissimo giornalista professionista con testate (per citarne solo qualcuna) come “Il Roma” e “Il Giornale di Napoli”, non ha però perso la sua verve, e, come pubblica il quotidiano “Libero”, promette battaglia: “Un motivo ci sarà – dice – se a Laterina hanno vinto i No al referendum. Ma queste cose le dirò solo dopo il 1 luglio…”.

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