Tutti i dettagli sul video pubblicato su Fanpage che accusa l’ex assessore di aver pagato voti e di aver gestito in modo decisamente irregolare il rilascio delle tessere elettorali
Scoppiano gli scandali del voto pagato e della gestione irregolare delle tessere elettorali a Nocera Inferiore. Un video-documento firmato Carmine Benincasa (dovrebbe trattarsi del corrispondente del Corriere del Mezzogiorno) pubblicato su Fanpage.it ha alzato in città una bufera che sta mettendo sottosopra il fine settimana a molte persone.
Il protagonista di questa burrascosa vicenda non viene nominato nel video, nemmeno dalla persona che asserisce di essere andata a casa del politico per ricevere 50 euro per un aiuto nel voto, ma malgrado la leggera schermatura delle immagini è ben invididuabile che la sede elettorale ripresa sia quella di Saverio D’Alessio, già destinatario, nel corso della campagna elettorale, di accuse di voto di scambio da parte del candidato sindaco Alfonso Schiavo (Nocera Inf, per Schiavo i servizi sociali solo fonti di voti e clientele).
A confermare l’identità del politico sotto accusa è in realtà lo stesso Saverio D’Alessio, che sulla sua pagina Facebook ieri, a poche ore dall’inizio della diffusione del video, ha scritto: “Cari amici, sono vittima di un aggressione e diffamazione a mezzo internet. La sig.ra inquadrata e’ mia sorella che si accinge a ritirare le tessere elettorali dei propri familiari. E’ palese il tentativo della demolizione della mia persona e l’insinuante accostamento di dati e notizie inconferenti con la mia persona. Cari amici vi prometto che chiederò la punizione dell’infamante nelle sedi opportune“.
La versione del politico Udc contrasta molto con quella del video, dove il giornalista chiede: “Per fare la tessera elettorale a nonna avete bisogno dei documenti?”, e una persona presente nel comitato risponde: “Basta solo la data di nascita e il luogo dove è nata”. E il giornalista di rincalzo: “Vi serve la sua firma o altro?”. “No, non ci serve nessuna firma”, è la risposta. Benincasa afferma nel suo servizio di aver contato “decine di tessere elettorali” nella sede elettorale di D’Alessio. Quindi non solo le tessere elettorali della sorella dell’ex assessore ai servizi sociali.
La procedura è decisamente irregolare. Il Decreto del Presidente della Repubblica numero 299 del 2000, che regolamenta la gestione del rilascio della tessera elettorale, recita ai commi 5 e 6:
“5. In caso di deterioramento della tessera, con conseguente inutilizzabilita’, l’ufficio elettorale del comune rilascia al titolare un duplicato della stessa, previa presentazione da parte dell’interessato di apposita domanda e consegna dell’originale deteriorato.
6. In caso di smarrimento o furto, il comune rilascia il duplicato della tessera al titolare, previa sua domanda, corredata della denuncia presentata ai competenti uffici di pubblica sicurezza.”
Poi la denuncia è stata sostituita da una semplice dichiarazione dell’elettore, ed in ogni caso è escluso il rilascio (anche a familiari, ma dietro dichiarazione) fuori dalla sede comunale. Non è in ogni caso a rischio il risultato elettorale. Il Tar di Catanzaro, con la sentenza 31 del 2003, stabilì che eventuali irregolarità verificatesi nella consegna dei duplicati delle tessere elettorali (mancata denuncia dello smarrimento dell’originale, consegna a persona diversa dall’interessato, omessa annotazione nell’apposito registro, ecc.) non inficiano la validità delle operazioni elettorali.
Resta una vicenda incresciosa sulla quale ci limitiamo a riportare i fatti. Sarà l’Autorità Giudiziaria, che pare abbia già aperto un fascicolo, a stabilire se e quali leggi siano state violate.
aggiornamento delle ore 14: Non è Saverio D’Alessio il politico che ha pagato il voto. Leggi qui l’articolo Non è Saverio D’Alessio il politico che ha pagato i suoi voti!