La ricerca del ricercatore naturalizzato statunitense, illustrata in un dibattito a Corbara, ha messo in evidenza l’efficacia dei due prodotti nelle neoplasie gastriche
di Fabrizio Manfredonia
Un polo scientifico per la salute e il benessere e che abbia come cardini la ricerca e l’educazione all’alimentazione, è la proposta emersa durante l’importante tavola rotonda sul diritto al cibo sano che si è svolta a Corbara, cittadina dell’Agro Nocerino Sarnese e porta della Costiera Amalfitana.
L’ambizioso progetto è stato condiviso dal sindaco Pietro Pentangelo: «Gettiamo le basi per costruire percorsi condivisi e per valorizzare reti tra diverse realtà scientifiche e culturali, puntando sulle nostre eccellenze e peculiarità territoriali – ha così dichiarato – L’obiettivo è diffondere la cultura della sana alimentazione, difendendo e preservando le nostre produzioni tipiche ed eccellenze agroalimentari». Ed è proprio partendo dal potenziale antitumorale del “Corbarino”, il particolare pomodorino di collina coltivato sul territorio, e del pomodoro San Marzano, entrambi oggetti della ricerca condotta dall’oncologo Antonio Giordano, che si è imperniato il dialogo tra gli esperti intervenuti. «Analizzando le proprietà antiossidanti e la quantità di singoli componenti di queste due varietà di pomodoro – ha dichiarato Giordano – abbiamo scoperto che il loro effetto antitumorale non sembra essere correlato alla presenza di specifiche molecole, come il licopene. I nostri dati suggeriscono che i pomodori debbano essere considerati nella loro interezza e che specie distinte possono esercitare effetti diversi su stadi diversi di sviluppo tumorale».
La ricerca, come evidenziato durante la lectio del noto patologo mostrano che entrambi gli estratti di pomodoro, San Marzano e Corbarino, sono stati in grado di inibire la crescita e la capacità di formare cloni in mezzo semisolido, caratteristica tipica delle cellule maligne, di tre linee cellulari tumorali gastriche.Il trattamento con tutti gli estratti di pomodoro ha inoltre influenzato processi cellulari chiave. «E’ stato visto infatti che ostacolano la capacità di migrazione delle cellule cancerose, arrestano il ciclo cellulare attraverso la modulazione delle proteine della famiglia del retinoblastoma e di inibitori specifici del ciclo cellulare, e infine inducono la morte delle cellule tumorali attivando l’apoptosi», ha evidenziato Giordano, alimentando il successivo dibattito. La correlazione tra ambiente, alimentazione e stili di vita tra i temi discussi durante il dibattito con l’intervento di Mario Capunzo, direttore del Dipartimento di Medicina Scuola Medica Salernitana, che ha esortato a costruire una rete tra gli altri soggetti coinvolti nel progetto condiviso da Rocco De Prisco del Cnr che ha informato sui risultati raggiunti da anni di ricerca sul territorio.