Associazionismo civile e religioso firma un corposo comunicato stampa in cui evidenzia tutte le problematiche irrisolte legate all’attività di estrazione
Lanciano un accorato allarme sulle attività della cava di Montalbino un gruppo di associazioni delle due Nocera. Con un corposo comunicato stampa chiedono ai sindaci delle due città di attivarsi per una serie di controlli “puntuali e attenti” sulle attività estrattive, e di conoscere l’intero iter autorizzativo che ha portato, malgrado la tragedia del 2005, a nuove concessioni all’azienda che gestisce la cava.
Bottega equosolidale “Tutta n’ata storia”, COBAS di Salerno, Comitato Antibarriera Nocera Inferiore, Comitato contro privatizzazione acqua Nocera Inferiore, Comitato “No Vasche, No Inquinamento, Si alla messa in sicurezza del fiume Sarno”, comitato vittime della frana del 04/03/2005, Gioventù Francescana di Nocera Inferiore, Legambiente Castel San Giorgio, Ordine Francescano Secolare di Nocera Inferiore, Punto Lab di Nocera Inferiore, Un Treno Per La Felicità di Nocera Inferiore: questo il corposissimo gruppo che firma il comunicato.
«Non si ripetano gli stessi errori e le stesse tragedie», scrive il gruppo che punta il dito sulle “responsabilita’ passate: intrecci politici – affaristici”.
Per le associazioni “in Campania le attività estrattive sembrano godere di uno speciale salvacondotto: colline e montagne vengono quotidianamente sventrate da una economia di speculatori, talvolta favorita da una connivente assenza delle Istituzioni. Se l’attività estrattiva della cava di Montalbino ha richiamato l’attenzione, è stato purtroppo solo per via della tragedia del marzo 2005, allorquando tre persone morirono in seguito al distacco di una frana innescatasi proprio a ridosso della cava. Morti a cui si aggiunsero i feriti, gli ingenti danni alle case ed ai terreni”.
Le associazioni ricordano poi le vicende processuali: la condanna civile e penale della Beton Cave l’annullamento da parte della Cassazione per difetti di notifica con il rinvio degli atti al Gip del Tribunale di Nocera per celebrare una nuova udienza preliminare.
“Nonostante le accertate responsabilità penali – evidenziano gli attivisti – ai proprietari della cava sono state concesse nuove autorizzazioni. Cosa sta accadendo nella cava? Al di là delle autorizzazioni, che sulla carta sembrano essere in regola, così come lo erano nel 2005, occorrerebbe attentamente vagliare i documenti a cui fa riferimento l’attuale autorizzazione; in cosa consiste davvero l’attività di recupero ambientale oggi? Quanto materiale si sta ancora cavando giornalmente? Con quale tecnica? Con quali inclinazioni saranno realizzati i terrazzamenti? Quanto ancora in realtà si sta scavando nella montagna?”. Gli attivisti, che mettono a disposizione anche le loro competenze, fanno anche, infine, sapere, che saranno presenti al nuovo processo per chiedere che giustizia sia fatta.