A lanciare l’allarme il dottor Alfonso Schiavo: è una malattia in crescita del 167% e dipende molto dagli ambienti in cui si vive. Una città pulita non è più solo un tema etico ma un obbligo
Lancia l’allarme ambiente il dottor Alfonso Schiavo, medico pneumologo presso l’ospedale di Cava de’ Tirreni. L’occasione è stata la partecipazione, a Sorrento, ad un convegno per internisti organizzato dalla Fadoi.
«L’iniziativa ha richiamato tutte le patologie internistiche. Io ho dato il mio contributo rispetto alle patologie respiratorie».
– Che collegamento c’è tra questo intervento a un convegno internisti e il nostro territorio?
«Un problema tutt’altro che lieve che riguarda la BPCO, che è un acronimo che indica la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Si tratta di una patologia molto seria, spesso grave, che ha una prevalenza calcolata nel 9% della popolazione generale. Una malattia che ha potenziali effetti letali sul territorio perché colpisce già intorno ai 40 anni, ed essendo soggetta a frequenti crisi croniche con necessità di ricoveri e cure incide sulla presenza al lavoro dei soggetti coinvolti. Quindi ha un costo socioeconomico elevato. E molte persone che sono potenzialmente sensibili al problema fumano, respirano aria inquinata, non fanno nulla per proteggersi».
Per la cronaca, la BPCO è considerata ad oggi la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d’America (con almeno 65 000 morti all’anno) ed è stata caratterizzata da un aumento della mortalità a livello mondiale negli anni 2000. I sintomi principali sono dispnea, tosse e produzione di espettorato. La maggior parte delle persone affette da bronchite cronica ha BPCO.
-Al momento, che precauzioni si possono prendere?
«Come prima cosa, smettere di fumare. Questo è un obbligo assoluto. Poi affidarsi ad uno specialista ed infine cercare di stare in aria e quanto meno inquinate sia possibile. Il che non significa che per esempio chi abita a Nocera deve andare via da questa città. Significa però che ci deve essere un amministrazione particolarmente sensibili a questi problemi. Non si tratta, in queste circostanze, in un semplice tema etico, ovvero come è bello essere ambientalista. Diventa invece un tema sostanziale per l’evoluzione della salute e del benessere delle persone che vivono in una città. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che entro il 2020 questa malattia diventi la terza causa di morte dopo le malattie cardiache e cerebrovascolari. E mentre per molte malattie, per esempio quelle cardiovascolari e ischemiche, si è fatto molto, tanto che oggi è davvero molto meno facile di infarto, questa patologia ha avuto recentemente un incremento di incidenza e prevalenza del 167% rispetto alle altre malattie croniche. E questo è un altro elemento che deve indurre la politica a consultarsi sui temi ambientali».