Risale ad un periodo a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 una delle icone più spesso fotografate nella nostra città: palazzo Guerritore-Broya, che in realtà nasce come palazzo Giordano
di Anna De Rosa
È nel 1500 che si hanno le prime note sulla proprietà del Palazzo Guerritore Broya, uno degli edifici più storicamente importanti della nostra città.
Se ne parla in “Memorie storico-genealogiche della famiglia Guerritore”, come riportiamo: «In primis esso dottor Andrea Testatore, per l’affezione ed amore che ha portato e porta alla retroscritta sua casa grande, seu palazzo con giardino sito in questa città di Nocera sottana di Pagani alla strada del Pendino, nella quale al presente esso testatore abita e fa il presente testamento, iuxta la via publica, iuxta li beni dell’ eredi del quondam dottor Giuseppe Guerritore, e li beni d’Antonio Giordano, li beni dell’ Abbate Francesco Pagano ed altri confini, non possa detto Simone suo figlio ed erede, nullo futuro tempo, venderli, alienarli, permutarli, obligarli, ipotegarli per qualsivoglia urgentissima e pia causa, dare in dotem, offerirli a Santi, seu in qualsivoglia altro modo distragherli. E questo considerando, che detta casa da lunghissimi tempo è stata delli suoi predecessori, e per detto fidecommesso perpetuamente detta casa con giardino si conserva, ed abbia da conservare nella famiglia, nella quale vuole e comanda esso testatore che abbia da succedere la linea mascolina tantum di detto Simone suo figlio ed erede in infinito […]» .
La struttura originariamente era di proprietà della famiglia Califano, ma quando morì l’ultimo discendente, non avendo avuti eredi, la proprietà passò ai nipoti Broya. Lo stabile passò poi alla fine dell’800 alla famiglia Guerritore, quando Cristina Broya sposò Andrea Guerritore.
Fu l’architetto Breila a dare al palazzo l’aspetto attuale. Infatti durante l’ultimo restauro venne modificata la palazzina che precedentemente aveva la torre rivolta verso la ferrovia. A questa e al resto della struttura sono state aggiunte delle decorazioni merlate e gli stemmi delle due famiglie.
Il pian terreno, invece, è rimasto pressoché intatto ed è risalente al ‘400-‘500. In esso vi era la cappella di San Giacomo dei Califano, visibile dall’alto, fortemente voluta nel ‘600 da Annibale Califano. Alla chiesetta si giungeva passando dal salone: qui vi era una balaustra per assistere alle funzioni. Dopo il terremoto dell’‘80, che ne distrusse gran parte, venne abbattuta. Inoltre nell’800 venne costruito nel cortile un grande forno che si affacciava su via Dentice, che serviva i cittadini della zona. Dopo la guerra questo locale divenne fatiscente e venne successivamente abbattuto.
Si ringrazia il signor Giovanni Liguori per le informazioni fornite