Nozioni di qualsiasi genere, prese da Wikipedia e incollate come commenti sotto le news delle principali testate giornalistiche online, pubblicate su Facebook. È questo il nuovo fenomeno del momento, nato come forma di protesta.

di Francesca Melody Tebano
Negli ultimi due mesi vi è mai capitato di leggere nei commenti, per esempio, la definizione di una parola, la vita di uno scrittore famoso oppure il testo di una canzone, insomma, cose che non c’entravano nulla con la notizia pubblicata? Vi sarete, sicuramente, chiesti il perché di tutto questo.

Si tratta di Wikibombing ed è uno degli esperimenti meglio riusciti della Rete contro il cosiddetto clickbait, letteralmente “esca da click”.
Quest’ultimo è una tecnica, sempre più utilizzata dai media online, che consiste nel creare dei titoli accattivanti a cui corrispondono articoli spam, poco pertinenti o addirittura fasulli. Il loro unico intento è solamente quello di aumentare il traffico sul proprio sito.
Quindi, postare intere definizioni nei commenti nasce proprio come forma di protesta ed è diventato un movimento che parte proprio dai lettori.
La mobilitazione sarebbe cominciata sotto un post di un video del matrimonio del neo presidente francese Macron, uno degli innumerevoli servizi che sottolineava la differenza d’età con la moglie.
Ed è continuata, diventando virale, fino a che due giovani studenti siciliani, Giovanni C. e Christopher M., hanno persino aperto una pagina FB dedicata, intitolata “Roba a caso da Wikipedia”, che conta quasi 15mila follower in soli due mesi.
Ovviamente, esiste il rovescio della medaglia, ovvero che tutti questi commenti vengono letti comunque come interazioni e, quindi, in maniera positiva, dall’algoritmo di Facebook.

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