Villani: «Ci si domanda il perchè in tutta Italia tale tipologia di lavori venga fatta solo di notte mentre sulla linea storica viene effettuata molto spesso e per ininterrotti periodi molto lunghi»

Una chiara ipotesi di reato. È quella che ipotizza Antonioluigi Villani, presidente del “Comitato Pendolari linea storica Salerno – Napoli“, in ordine alla paventata (ma certo secondo i componenti del gruppo) chiusura ad agosto della linea storica “per manutenzione”, e lancia un appello ai candidati sindaco perché ognuno per parte sua intervenga ad evitare questo nuovo stop.

«Bisogna tenere ben presente – scrive Villani sulla pagina facebook del gruppo – che sia Rete Ferroviaria Italiana Spa, che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, sia Trenitalia Spa, che gestisce i treni, sono società di capitali con capitale pubblico e concessionarie di un pubblico servizio ed in quanto tali assoggettate agli stessi obblighi di legge della Pubblica Amministrazione.
(…) Al momento ancora non sono stati ufficializzati nè la chiusura della linea nè i relativi tempi nè i motivi che ne sarebbero alla base. Un’illazione parla della sostituzione di tre ponti.
Tuttavia RFI non può agire d’arbitrio e non può chiudere la linea storica per un ininterrotto periodo così lungo salvo che non ci fossero delle criticità molto importanti e non risolvibili in nessun modo diversamente: infatti la regola è fare i lavori sulle linee di notte e comunque cercando di arrecare agli utenti il minor disagio possibile. Inoltre in virtù della legge 241/90 e di tutta la correlata normativa (cosiddetta normativa sulla trasparenza degli atti amministrativi) RFI deve ottemperare in pieno all’obbligo di motivare dettagliatamente tali lavori e le cause gravissime che ne impedirebbero l’effettuazione solo in orari notturni e non pregiudizievoli per gli utenti. (…) Nella nostra Costituzione esiste l’articolo 120 comma 2 che prevede finanche il commissariamento da parte dello Stato anche di singoli segmenti del trasporto pubblico nell’eventualità in cui non fossero rispettate le condizioni quantitative e qualitative sufficienti per esso.  Tale ultimo aspetto è connesso anche alla tematica di diritto penale del’interruzione di pubblico servizio dall’interno, cioè da parte dei soggetti che in base alla legge sarebbero investiti del compito di farlo funzionare.
Ci si chiede perchè sulla linea storica si tenda a sostituire l’indifferibile fondamentale trasporto ferroviario con quello su gomma (autobus) che è maggiormente inquinante, peggiorativo delle già critiche condizioni del traffico veicolare e più disagevole per i portatori di handicap e per i soggetti più deboli in generale».

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