Niente è più dolce del traguardo più bello della propria squadra. Sei anni fa si scrisse la favola più bella di tutte quelle mai scritte in tutti i libri della storia

di Marco Stile

Nocera Inferiore, anno 2061. Un bambino scorrazza in salotto. Il tempo è bello, vuole andare a giocare fuori con gli amici. Prende il suo pallone, lo porta sottobraccio e… scivola. Su una fotografia. Roba antica, se consideriamo che ora tutto funziona a ologrammi. La didascalia: “23 aprile 2011. Il mio giorno più bello del mondo”.

Incuriosito, chiama il nonno, che stava leggendo il giornale sul suo dispositivo di ultima generazione. La sua voce rompe il silenzio:
-Nonno, nonno!
-Che c’è, piccolo? Ho sentito un rumore!
-Stavo andando a giocare fuori, e sono scivolato su questo pezzo di carta!…ma che cos’è? Chi sono queste persone? 
Il nonno sgrana gli occhi. Poi li strabuzza. Resta a bocca aperta. Tra sé e sé pensa:
-Ero convinto di averla perduta… 
Guarda dritto negli occhi il nipotino. Gli dice, con voce emozionata, quasi come un dolce diktat:
-Siediti, figliolo. Sto per raccontarti una storia meravigliosa.
Il bimbo:
-Davvero, nonno? Erano anni che non mi raccontavi una favola! Racconta, racconta!
Il pargoletto prende posto accanto alla poltrona del nonno, che si schiarisce la voce. Gli occhi lucidi, le mani tremanti.
-Caro figliolo, c’era una volta la storia della più bella di tutte. La principessa più bella del reame. Non per titolo, ma per la devozione di tutti gli abitanti del regno. Si chiamava Nocerina, la passione più grande della mia vita…anche prima di nonna!
Il piccolo sorride, e chiede subito:
-E che cosa ha fatto questa Nocerina?
Il nonno, sempre più emozionato:
-Era la squadra di calcio della città. I suoi colori, come puoi vedere, erano il nero della notte e il rosso della passione. A quel ballo reale del 2011 non doveva neppure partecipare. Da Cenerentola qual era, si è tolta lo sfizio più bello di tutti. È salita sul trono della regina. E lo ha fatto con la grazia che solo chi ha animo nobile può possedere. La leggiadria di chi muove i propri passi con lucida follia. L’orgoglio e la passione che solo chi vive di cuore può sentire ribollire dentro di sé. La Nocerina, piccolino mio, si era iscritta al posto di un’altra squadra. E aveva iniziato piano piano, a passi lenti lenti…come quando cammini nel buio, cercando di non svegliare nessuno. Era un brutto anatroccolo, è diventata un cigno. Più bella ogni giorno che passava. Ha scaraventato a terra la squadra del denaro, l’Atletico Roma. Ha messo tutti in fila, dietro di sé.
All’improvviso il nonno incalza il ritmo:
-Ma, soprattutto, ha incontrato una Strega, di notte, e…le ha fatto un incantesimo. Li vedi questi qui? Questo qui è Gori: lo chiamavamo Batman, ha parato tutto. De Franco, Di Maio, Pomante: un muro! Enorme e invalicabile! E poi Bruno, e De Liguori! Il cervello, la corsa! Scalise e Bolzan! Dio solo sa quanto correvano! Catania, Castaldo, Negro…neanche il mare avrebbe potuto fermarli! E Auteri, Auteri! Tu non puoi vederlo, non c’è in questa fotografia. Ma ti assicuro che senza di lui adesso non ti starei raccontando questa favola. E ce ne sono tanti altri…!
Il nonno cessa di proferir parola. Il bambino, emozionato:
-Che bello, nonno!…ma…ma oggi è 23 aprile! Nonno, sono passati 50 anni!
Una lacrima riga il volto del nonno:
-Già…cinquanta….
Guarda negli occhi il nipote e gli dice:
-Ascolta, figliolo. Non importa se siano passati cinque, dieci o cinquant’anni. Vai, esci a giocare. Porta il pallone. Ma porta soprattutto questa fotografia. Falla vedere a tutti i tuoi amici. Conservala gelosamente. Per sempre. È una promessa.
Il nonno non ci sarà più: andrà in cielo in una fredda serata di novembre. Ma, finché quella fotografia resterà nel portafogli del nipotino, lui in ogni angolo del suo cuore. Così come lo spirito dei due colori. Il rosso, e il nero. “23 aprile 2011. Il mio giorno più bello del mondo”.

 

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