Alle ore 18 di venerdì 21 aprile l’apertura delle porte del santuario darà il via ad una settimana di festeggiamenti tra spiritualità e folklore, iniziando il ciclo di feste dedicato alle “sette sorelle”
di Rosa Soldani
A Pagani l’attesa della Pasqua ha un risvolto diverso rispetto alle altre città, un significato doppiamente speciale. Pasqua è, infatti, il giorno della resurrezione di Cristo, ma anche la domenica che precede la festa delle feste per i paganesi, celebrata nell’ottava di Pasqua, la domenica successiva alla resurrezione.
È la festa dedicata alla Madonna delle galline, da oltre quattro secoli amata e venerata da Pagani, che le rende omaggio con festeggiamenti che sanno più di evento che di semplice festa popolare. Di popolare, però, la Madonna delle galline ha l’intima essenza, il profumo della primavera misto a quello dei carciofi arrostiti, simbolo culinario di questa ricorrenza insieme al tradizionale tagliolino al ragù, anch’esso dogma della tavola della festa, e il ballo che accompagna la processione domenicale della Madonna, che «iesc ‘e nove e s’arritira ‘a calata e ll’or», percorrendo le strade della città, le strade della sua città, dal mattino sino al tramonto, in un tripudio di coriandoli colorati prodotti con la carta delle uova di cioccolato pasquali, che scintillano alla luce del sole. Il ballo è scandito dal suono delle nacchere, tipico strumento folkloristico, e della tammorra, simbolo di Pagani, che i padri insegnano a maneggiare ai propri figli nel solco di una tradizione che è identità culturale e senso di appartenenza alla propria terra. L’ottava di Pasqua non è una data postuma scelta a caso, ma corrisponde al momento del ritrovamento dello splendido quadro raffigurante la Madonna del Monte Carmelo, nel XVI secolo, ad opera di alcune galline che razzolavano in un pollaio, nel luogo dove oggi sorge la chiesa. La tradizione popolare racconta che il quadro fosse custodito in una chiesetta fatiscente tra le alture, in località Tramonti.
Al sacrestano, una notte, la Madonna sarebbe apparsa in sogno con la richiesta di intercedere presso il prete perché riparasse la chiesa; in caso contrario Ella sarebbe andata via, in una paese dove anche le galline le avrebbero voluto bene. Il prete non diede peso alle parole del sacrestano. Di lì a qualche giorno un nubifragio avrebbe distrutto la chiesa trasportando il quadro a valle, nel territorio di Pagani, dove fu ritrovato proprio da quelle galline del sogno premonitore. Da allora la Madonna del Carmelo fu detta, appunto, «delle galline». La gallina è simbolo di prosperità e fecondità, e rappresenta la Madonna stessa. Durante la processione i fedeli sono soliti offrire alla Vergine galline e colombi, ma anche pavoni e papere che la circondano durante tutto il percorso, in una suggestiva espressione di pietà popolare. Anche i padri redentoristi, sul sagrato della basilica liguorina, donano alla Madonna due galline che sono scambiate con due colombi, in un incontro tra sant’Alfonso e la Vergine che è altro momento toccante della festa.
Inizialmente a custodire la sacra immagine fu un piccolo oratorio, chiamato prima Annunziatella poi Spogliaturo. Nel 1610, grazie ai contributi del popolo che accolse già la scoperta del quadro come un miracolo – ma ben otto sono i miracoli attribuiti dalla Chiesa alla Madonna delle Galline – cominciarono i lavori di ampliamento che avrebbero portato, nell’arco di soli cinque mesi, alla realizzazione dello splendido santuario mariano, dalla facciata di un barocco mesto, fatto di stucchi, che oggi si erge nella parte laterale della piazza del Municipio e nel cui interno, tra gli inestimabili capolavori artistici ed architettonici, spiccano una imponente volta a cassettoni, impreziosita da pitture e affreschi, un pavimento in marmo policromo arabescato e il maestoso altare al cui centro è incastonata l’effige della Madonna delle galline. Alla festa religiosa, in un particolare intreccio tra sacro e profano che si verifica in pochi altri esempi di venerazione mariana – come nel caso della Madonna dell’Arco che, con la Madonna delle galline, sono due delle «sette sorelle» – si affianca la festa civile, di scena nei vari “toselli” allestiti durante le settimane precedenti alla festa. Si tratta di vere edicole votive dove nacchere, tammorre, canti popolari e divertimento si uniscono a preghiera e devozione fino all’alba del lunedì. Alle sei del mattino del lunedì, infatti, i tammorrari depongono i propri strumenti, che sono una sorta di loro appendice tanto è l’amore verso la Vergine, ai piedi della Madonna tornata in chiesa la sera prima. Nel giorno di venerdì 21 aprile alle ore 18 le porte del santuario, che rimangono chiuse dalla domenica di Pasqua sino al venerdì successivo per consentire la preparazione del trono per la statua della Vergine, tradizionalmente oscurata durante l’anno alla venerazione dei credenti, si spalancheranno nell’atteso rito di apertura, che accoglie fedeli e visitatori da ogni parte della Campania ed oltre. La festa è, dunque, alle porte, insieme a una ricca serie di iniziative messe a punto per l’occasione dall’amministrazione comunale Bottone, e presentate nella conferenza stampa di martedì 18 aprile, tra le quali mostre fotografiche e di reperti archeologici, concerti di musica sacra e popolare, eventi enogastronomici cui quest’anno si aggiungerà la proiezione in anteprima di un atteso film-documentario sulla festa, già presentato in contesti nazionali ed internazionali. L’appuntamento imperdibile del fine settimana è fissato dunque a Pagani , con la Madonna delle galline, la «festa antica dal cuore giovane».