Tuosto, vacante, stuorto, di corallo e cu ‘a ponta: se è regalato la fortuna sarà con voi. Riflessioni semiserie sul portafortuna per eccellenza

di Chiara Ruggiero

Questa settimana vi vogliamo parlare del cornetto: non quello che mangiate a colazione, ma quello che utilizzate come portafortuna. 

L’ idea di scrivere questo articolo ci è venuta da un incontro fatto per caso tra i suggestivi vicoletti di Napoli, dove in quasi tutte le vetrine di ogni genere di negozio trovate esposti questi “strani” oggetti come li hanno definiti alcuni turisti spagnoli, che incuriositi ci hanno fermato per saperne di più, e noi gentilmente da bravi napoletani abbiamo cercato di raccontare un po’ la storia che stiamo per riportarvi.
Tra un sorriso ed un leggero imbarazzo ci siamo fermati presso un caratteristico negozio specializzato nella realizzazione e vendita di questi articoli ed abbiamo iniziato improvvisandoci guide turistiche a raccontare questa leggenda.
Il corno rosso rappresenta un emblema scaramantico molto amato soprattutto dai napoletani, un popolo molto legato da alcune tradizioni che reputa sacre come … Maradona.
O’ curnciell, come molti lo chiamano, viene definito come un oggetto potentissimo in grado di allontanare le varie negatività che minacciano le nostre vite.
Secondo alcuni anziani del posto questo manufatto per poter funzionare ha una regola bene precisa: non può essere comprato, ma solo regalato, e deve essere prettamente di corallo e non di altro materiale.

L’utilizzo del corno (questa volta proprio l’osso) come portafortuna è antichissimo: secondo alcuni ritrovamenti già nel 3500 a.C. vi era l’uso di appendere delle corna di animali come simbolo di buon auspicio e fertilità. E dal momento che la fertilità a quei tempi era importantissima, dato che più fertilità equivaleva a crescita di potenza e quindi fortuna, l’associazione con il membro maschile fu il passo successivo.
È noto a tutti, tra l’altro, che i guerrieri amavano sfoggiare corni sui loro elmi come simbolo di potenza.
Si è scoperto che veniva utilizzato anche come dono alla Dea Iside, affinché essa aiutasse gli animali a procreare.
Continuando la nostra conversazione spieghiamo ai turisti che questo ninnolo presente in varie epoche storiche veniva utilizzato anche come decorazione nelle domus. Le rovine dell’antica Pompei hanno portato alla luce i tintinnabula (vedi foto), una specie di sonaglio azionato dal vento e composto da più campanelle legate ad un’unica struttura dalle caratteristiche forme falliche; venivano usati per scongiurare le influenze malevoli: la statue di Priapo, di cui è nota la caratteristica, custodivano in modo simile i giardini privati delle ville patrizie.
I napoletani, infine, di cui è noto lo spirito geniale, l’ hanno adottato come loro simbolo D.O.C per eccellenza, aggiungendo corna (con le dita) eo scartellato!

 

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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