I dati di milioni di utenti americani potranno essere venduti dai provider sena consenso degli stessi, annullando le norme precedenti e deregolamentando, così, internet

di Francesca Melody Tebano

Continua il lavoro sistematico di Donald Trump di distruzione di tutto il lavoro della presidenza Obama. Questa volta tocca ad internet, ed in particolare alla privacy che tutelava tra l’altro attività in rete, gusti personali, geolocalizzazione.

Infatti, due giorni fa, il 29 marzo, il Governo statunitense ha azzerato le norme con 215 voti a favore e 205 contrari alla Camera, ed al Senato il risultato non era stato diverso.
Ma cosa è cambiato, nello specifico?
I provider, ovvero le società che forniscono la connessione a internet, non dovranno richiedere il consenso agli utenti per poter commercializzare i dati estrapolati. Questo significa che i provider potranno agire indisturbati, monitorando ogni attività online, senza alcuna tutela della privacy, appunto.
Non solo, il precedente regolamento, che, tra l’altro sarebbe entrato in vigore entro la fine di quest’anno, avrebbe tutelato l’utente da possibili attacchi hacker e, quindi, anche da furti d’identità.
«Il voto di oggi significa una sola cosa: l’America non sarà mai sicura online dal momento che i dettagli più personali saranno segretamente sotto controllo e venduti al più magnanimo offerente» ha detto Jeffrey Chester, direttore esecutivo del Center for Digital Democracy (Centro per la democrazia digitale).
Secondo i più pessimisti, si andrà addirittura verso una progressiva deregolamentazione della rete. In particolar modo, la prospettiva futura sarà un annullamento della cosiddetta “net neutrality”, ovvero la neutralità della rete, che consiste nell’assenza delle velocità differenziate, di tariffe diversificate e degli oscuramenti arbitrari della rete medesima.

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