Il caporedattore centrale dell’edizione lucana del Quotidiano del Sud, ospite del corso di giornalismo tenuto dalla nostra testata, conquista gli allievi e si emoziona ricordando i suoi esordi
di Tania Pentangelo
Un “uomo macchina” e un “giornalista dal forte impegno civile e di consolidate capacità professionali”: questo è Roberto Marino. Il caporedattore centrale del Quotidiano del Sud è stato ospite a Nocera Inferiore della giornata conclusiva del corso di alfabetizzazione giornalistica organizzato dall’associazione Esseinfo, editrice della nostra testata.
Nato a Capaccio il 6 marzo 1952, giornalista professionista dal 1987, Roberto Marino ha un curriculum professionale decisamente corposo e numerosi successi raccolti sul campo. Ma non ha dimenticato, come ha detto ai ragazzi, la sua esperienza iniziale fatta proprio a Nocera Inferiore, all’Espresso del Sud con redazione a via Canale.
«Dopo aver seguito un corso presso l’Università di Urbino sono giunto qui – esordisce- A quei tempi scrivevo il mio pezzo a macchina consegnandolo poi al mio direttore, Goffredo Locatelli, che dopo averlo letto e corretto spesso appallottolava il foglio e lo gettava nel cestino. Dico questo perché uno dei requisiti fondamentali per svolgere questo lavoro è la capacità di saper ascoltare con umiltà e senza presunzione, la mia fortuna è stata questa. Senza quei fogli accartocciati non sarei dove sono. Ho passato tantissimi giorni, mentre i miei coetanei andavano in giro, a ricopiare gli articoli del Corriere della sera, di Panorama, dell’Espresso di quegli anni, dei grandi inviati. Leggevo la loro notizia e la riscrivevo a mio modo. Questo è un mestiere che si apprende giorno per giorno, lavorando su se stessi».
A chi dice che il lavoro di giornalista non ha futuro risponde così:
«Non è vero che i giornalisti non hanno più una funzione, non vogliono riconoscercela. Siamo un intralcio soprattutto per la nuova politica di slogan che non accetta mediazioni. Io però sono ottimista. Sono cambiate molte cose da quando ho iniziato il mio percorso, è cambiato il mondo che ci circonda, ma l’impegno, i valori e i canoni fondamentali sono, per fortuna, rimasti gli stessi».
A prendere il sopravvento oggi un’informazione globale che naviga sulla rete.
«Io sono a favore delle tecnologie – ha aggiunto – penso infatti che abbiano migliorato il giornalismo, consentendo a coloro che scrivono di avere un controllo completo sul ciclo produttivo, dedicandosi quindi non solo al pezzo, ma anche impaginando e titolando. Non le vedo come un nemico, piuttosto accetto la sfida giocando sulla qualità. Facendo in primis riferimento ai social, fautori della comunicazione diretta, bisogna differenziarsi stando attenti ai dettagli, ai particolari».
Preziosi i consigli per gli aspiranti giornalisti: saper ascoltare, leggere molto, seguire la propria curiosità, rispettare ogni individuo e soprattutto essere liberi, mentalmente indipendenti.