Erano le 11 di questa mattina quando è iniziata la lettura dei nomi, nel più assordante dei silenzi, delle 944 vittime innocenti della criminalità organizzata
di Francesco Virtuoso
È il 21 marzo, è la XXII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che a Ponticelli, come in altri trecento luoghi, Libera ha voluto trascorrere organizzando magnificamente un corteo per non dimenticare il dolore dei familiari, ma soprattutto per rimarcare con forza che lo Stato, i cittadini, i giovani sono più forti della criminalità organizzata.
La giornata era iniziata qualche ora prima con il ritrovo del corteo formato da decine di migliaia di persone, pronte a sfilare e a gridare NO alla mafia. Un corteo enorme fatto di bambini, adolescenti, giovani, adulti e pensionati provenienti, nel primo giorno di primavera, da ogni angolo della nostra regione.
L’entusiasta presenza delle scolaresche, accompagnati dai loro insegnanti, ha colorato di mille sorrisi questa manifestazione che, da quest’anno, è riconosciuta ufficialmente come giornata nazionale dalla Repubblica Italiana.
Il corteo ha raggiunto, dopo un percorso di circa un chilometro, il Parco Conocal dove si è dato vita alla parte centrale della manifestazione in ricordo delle vittime innocenti di mafia.
Particolarmente toccanti sono stati, tra gli altri, gli interventi introduttivi di Alfredo Avella, del coordinamento campano familiari vittime innocenti della criminalità, che ha ricordato “siamo qui a manifestare in un territorio bellissimo che poche persone cercano di strappare a molti”, con un esplicito riferimento al desiderio di resistenza alla criminalità che le decine di migliaia di persone di fronte al palco dimostravano con forza, oggi, grazie alla loro presenza.
“Quanto calore intorno ai familiari delle vittime”, ha poi ricordato Fabio Giuliani, referente regionale di Libera, “oggi vogliamo portare un sorriso che non deve esaurirsi in questa giornata, ma deve continuare anche negli altri trecentosessantaquattro giorni dell’anno. Alcune mamme hanno avuto paura di portare i loro figli, ma l’unica paura che deve assalirci sarà quando non ci saranno più queste manifestazioni”.
Queste sono state alcune delle numerose testimonianze prima della lettura dell’elenco delle vittime che si è conclusa con un interminabile e commovente applauso simbolo di una rinata speranza, confortata grazie alla partecipazione di tanti giovani e giovanissimi.
Prima di sciogliersi, il corteo ha potuto assistere alla diretta da Locri, negli schermi al lato del palco, che ha trasmesso il discorso di don Luigi Ciotti il quale, dopo le scritte offensive comparse ieri nel paese dell’Aspromonte all’indomani della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricordato: “Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare”.