È stato approvato il disegno di legge Gelli introduttivo di nuove garanzie per la sicurezza delle cure, tra cui depenalizzazione dell’errore per imperizia, il fondo di garanzia e l’obbligo di assicurazione per il risarcimento del paziente
di Danila Sarno
Il professionista sanitario, in caso di errore dovuto ad imperizia, non sarà più punito per il reato di omicidio e lesioni personali colpose. È una delle novità introdotte dalla riforma della responsabilità professionale del personale sanitario, approvata definitivamente dalla Camera il 28 febbraio 2017.
La depenalizzazione dell’errore per imperizia opera soltanto se siano state rispettate le linee guida definite dalle legge o, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico – assistenziali.
Sul piano civile (cioè in vista del risarcimento del danno), resta ferma la responsabilità extracontrattuale del medico o di chi opera a qualunque titolo presso una struttura sanitaria, mentre la struttura stessa e i liberi professionisti rispondono per responsabilità contrattuale.
Si tratta di una legge storica, con la quale si tenta di porre rimedio ai problemi provocati da una normativa poco chiara, che per anni ha spinto i medici ad attuare una medicina difensiva volta ad evitare qualunque responsabilità, tramite il ricorso a sevizi diagnostici e terapeutici non necessari, i cui costi gravano sul sistema sanitario.
Il legislatore, inoltre, ha regolato una serie di strumenti utili a garantire al paziente un risarcimento più certo e rapido rispetto al passato. Tra questi si ricordano il meccanismo di trasparenza degli atti sanitari, la conciliazione obbligatoria, il rilievo della formazione medica e la possibilità di azione diretta nei confronti della compagnia di assicurazione. A questo proposito, in capo alle strutture sanitarie e ai liberi professionisti è posto l’obbligo di assicurazione per responsabilità civile verso terzi e verso i collaboratori, mentre questi ultimi dovranno stipulare una polizza di assicurazione per colpa grave. È disposta inoltre l’istituzione di un fondo di garanzia per il rimborso dei danni subiti dai pazienti.
Le novità legislative, almeno in teoria, fanno sperare in un corretto bilanciamento tra il rischio professionale e la sicurezza delle cure, ma richiedono una costante vigilanza sulla loro corretta applicazione, al fine di tutelare l’irrinunciabile diritto alla salute.