La settimana della moda nella sua capitale per eccellenza, ma non per parlarvi delle nuove tendenze nel campo dell’abbigliamento, ma per una stramba fissa delle ragazze giapponesi

di Chiara Ruggiero

Ed anche quest’anno, finalmente, la moda è arrivata anche a Milano che per l’ occasione si veste di glamour. Ma attenti a non esagerare perché potreste finire sulla pagina facebook del milanese imbruttito o in classifica sui nuovi mostri durante una puntata di striscia la notizia!

Dimenticate lustrini, giochi di luce e di colore e soprattutto il buon gusto che regnava in tempi passati nella capitale italiana della moda. Oggi, in particolare, vi vogliamo parlare della fashion week fuori dalle passerelle, quella che sta facendo rabbrividire quasi tutta la città.
Spieghiamoci meglio: non ci soffermeremo a parlare delle nuove tendenze che ci accompagneranno in questi mesi, dai toni orientali, dell’accostamento di forti colori come il rosso, il verde ed il ritorno dell’ arancione, a volte abbinati tra loro anche in modo inusuale, o con stampe floreali, ma di una moda-fenomeno che nulla a che fare con i vestiti.
Fino a qualche stagione fa le ragazze di tutto il mondo, potenziali acquirenti, si recavano in Italia per assistere esclusivamente alle sfilate per poter comprare il capo che più le colpiva in modo tale da fare tendenza.
Durante questi giorni Milano è stato teatro dell’assalto di alcune blogger cinesi che, come cavallette, si sono appostate fuori alle varie sfilate, non alla scoperta delle nuove tendenze moda di cui parlare sui loro blog, come si faceva fino a qualche stagione fa, ma alla ricerca dello scatto di un fotografo di passaggio che le immortalasse in una foto da ritrovare poi secondo loro su una rivista di moda.
A questo strano modo di intendere la moda (che moda non è), si sono ribellate alcune giornaliste ed esperte del settore, quasi disgustate e allo stesso tempo preoccupate da queste ragazze. Ma ormai la settimana della moda è anche questo: un qualche cosa di bello trasformato nel non voler essere, ma voler apparire a tutti i costi, dove i vestiti passano in secondo piano.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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