Il governatore della Puglia ospite all’istituto “Pucci”: “Far partecipare gli italiani. Il Sud? Unito, farebbe grandi cose. Candidarmi alla segreteria? Non ho paura di niente”
di Marco Stile
“Gli italiani non hanno coscienza politica? Se li facciamo partecipare sono capaci di combattere le tigri di carta”. Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano è stato ospite dell’associazione Phronesis nel pomeriggio di ieri.
In un’aula magna dell’istituto “Pucci” gremita da oltre trecento persone, l’ex sindaco della città metropolitana di Bari e attuale presidente regionale ha tenuto un appassionante dibattito, esprimendo la propria linea di pensiero riguardo varie tematiche e aprendosi più volte al confronto col pubblico.
Il confronto è stato preceduto dai saluti del presidente dell’associazione Lucia Bove: “La nostra associazione è nata da poco, ma ha messo insieme un patrimonio di idee comune, al fine di accrescere il capitale sociale e umano del nostro territorio”.
Così Emiliano nel suo lungo intervento, durato circa un’ora: “È bello vedere una sala così piena. Le associazioni? Anche se non salgono direttamente in politica, muovono qualcosa, così come i giornali. In Puglia, ad esempio, stiamo facendo la lotta alla mafia, problema che pareva irrisolvibile”.
Per Emiliano occorre rimettere i cittadini al centro della politica: “Il politico deve smetterla di giocare col popolo, di avere interessi nelle problematiche di interesse comune, ma deve arbitrare. Il Petruzzelli lo abbiamo ricostruito noi, perché non ce ne frega nulla di chi vince le gare. Quando fai le battaglie in buona fede non le perdi. Il leader non è chi prende le decisioni al posto vostro, è chi attua le vostre decisioni. Perché se gli italiani li fai partecipare, si informano e lo fanno anche nel modo giusto, come col referendum di dicembre. Questo perché la società non può essere organizzata tra chi prende le decisioni e le subisce. I nostri programmi? Li decidono i cittadini”.
L’idea di Sud Italia del governatore pugliese è chiara: “Mi viene da pensare che il Sud debba togliersi l’etichetta di mediocrità perpetua. Il problema è che né in Campania, né in Puglia, i finanziamenti arrivano. Se il Sud si unisse e si mettesse insieme, senza parlare di neoborbonismo, avrebbe una grande forza contrattuale, e farebbe le cose migliori, senza aver paura delle tigri di carta del Nord. Napoli e Bari stanno cambiando. Ma se aspettiamo che Roma ci viene a salvare…! Tolgono i soldi a noi per darli alla Liguria, ci rendono precari, ci mandano a lavorare a mille chilometri, e costringono le nostre teste migliori a studiare altrove”.
Coinvolgente, sagace ma anche pungente: “Non faccio un discorso politico, anche per questo oggi non ho scomodato il segretario provinciale. Se mi candido alla segreteria del PD? Se fanno il gioco regolare, ovvero non mi costringono a fare un congresso in venti giorni, non ho paura di nessuno”.