Il primo febbraio ricorre il compleanno della donna più amata dai nocerini. Gli innamorati del bicolore oggi sono in festa, ricordando quanti anni son passati quel lontano 1910…
di Marco Stile
“Ti ricordi quand’eri grande, ora sei un po’ piccolina…”. No, non stiamo parlando de “Il curioso caso di Benjamin Button”. Non è la storia di una donna che, col passare degli anni, si rimpicciolisce più che avanzare di età con l’incedere degli anni. O forse sì?
Già, perché, diciamocelo: la Nocerina era grande e ora è un po’ piccolina. In quel diminutivo c’è più che altro un vezzeggiativo, una tenera carezza alla propria creatura. Piccolina lo è perché sprofondata nel dilettantismo. Piccolina lo è perché condannata, qualche annetto fa, a essere mutilata di alcuni pezzi e a ripartire dal basso. Piccolina, perché costretta fino a ieri a calcare campi di terra e oggi troppo spesso campetti di diverso prestigio (ugualmente nobili, per carità!).
“Ora sei un po’ piccolina… ma sei sempre la Nocerina”. Questi versi sono mutuati da un coro da stadio popolare tra i tifosi della Reggina, ma potrebbero benissimo essere riadattati alla nostra piccolina. Avete capito perché questa è un po’ la storia di Benjamin Button? Piccolina lo è, ma è anche grande… 107 anni non sono certo pochi.
Al di là della categoria, la Nocerina è “’na cosa grande”. Immensa. La società fondata dal professor Carlo Cattapani (nella foto a sinistra) e da un gruppo di giovani 107 anni or sono… è la più grande che ci sia! È grande perché non ha connotazione politica, è rossa e nera. È grande perché tutti, dal sindaco al più umile ‘proletario’, possono tifarla e appassionarsi alle sue gesta. È grande perché non importa se l’avversaria sia l’ultima classificata in Eccellenza o la Juventus, ciò che conta è che su quel grande fazzoletto verde svolazzino undici maglie a strisce rossonere. Il vero innamorato, il calciatore non lo percepisce neppure: è come se le maglie si muovano da sole, perché gli uomini passano, ma se c’è una cosa che resta è il bicolore. Rosso come il cuore, nero come la notte. È grande perché è la squadra della tua città. E non c’è cosa più bella che vincere (e perdere) assieme ai due colori che ti scorrono nel sangue.
Ai ragazzi che vestono questa gloriosa maglia: proteggetela e guardatela sempre con occhi da innamorati. Non è il Milan o il Real Madrid. Ma è la mia squadra, e rappresenta un insieme di cose che potete immaginare se avete la fortuna di amare lo sport. Tanti auguri amore mio.