Francesco Li Pira ha relazionato stamattina sul contruibuto dei “Libri Annatarum” al Regno di Cipro. Una scoperta eccezionale dopo ricerche negli archivi segreti vaticani
Torna a farsi sentire nel mondo colto la voce di un Nocerino. Questa mattina, al Centro multifunzionale comunale di Nicosia, a Cipro, Francesco Li Pira, studioso di storia medioevale con riconoscimenti internazionali, ha tenuto un’applaudita relazione frutto di studi su fonti assolutamente inedite provenienti dagli archivi segreti vaticani.
Francesco Li Pira, per la cronaca, è nato a Nocera Inferiore nel 1981, è figlio dell’indimenticato preside Massimo e della professoressa Anna Maria Ieraci Bio. È un docente di scuola (attualmente a Roma presso il plesso Nistri dell’I.C. via Frignani), Phylosophy doctor in Storia Medievale e cultore della materia in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Storico medievista, e paleografo, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, uscite in prestigiose sedi editoriali italiane e straniere, e un libro dove studia ed edita alcuni documenti (conservati all’Archivio Segreto Vaticano e alle Archives Nationales de Paris, qui giunti dopo il trasferimento della documentazione voluto da Napoleone) utili alla storia delle diocesi del Regno di Napoli tra il 1421 e il 1458. Inoltre, è socio della Società Napoletana di Storia Patria, della Società Salernitana di Storia Patria e dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini.
– Com’è nato il suo interesse per la Storia Medioevale?
«Amo questo argomento sin dai primi anni di scuola, ma la passione si è poi rafforzata con l’incontro all’università con il mio maestro, il professor Giovanni Vitolo, un vanto della cultura della nostra terra, che ha studiato nel liceo nocerino e che rappresenta uno dei punti di riferimento della ricerca medievistica italiana. Come ama ripetere il mio maestro, il Medioevo era un’età magmatica nella quale potevano essere prese varie strade, nessuna delle quali era dovuta o scontata, ma che hanno ripercussioni e influenze sul presente ancora. L’interesse alle edizioni di documenti antichi, poi, oltre che dall’incontro col prof. Vitolo, mi è nato dall’essere stato allievo di un altro grande, qual è il professor Attilio Bartoli Langeli, alla Scuola Storica Nazionale per l’Edizione delle Fonti Documentarie presso l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, a Roma. Qui mi si è aperto un mondo e ho capito quale era la strada delle ricerche da intraprendere».
– Perché i suoi studi sono innovativi?
«Con la mia università di riferimento, la Federico II di Napoli, ho cominciato lo studio di questa fonte della Camera Apostolica, conservata presso l’Archivio Segreto Vaticano e le Archives Nationales de Paris, analizzando le registrazioni, sinora inedite e non conosciute, delle diocesi per il Regno di Napoli tra il 1421 e il 1458 (libro edito da Laveglia&Carlone) e trovando anche notizie importanti e inedite su personaggi quali il cardinale Bessarione e Alessandro Sforza; la ricerca è proseguita con lo studio di alcuni aspetti poco conosciuti della Latinità in Oriente, con la pubblicazione dei documenti di questa fonte Camerale, chiamata Annatae, per Costantinopoli, per Caffa, in Crimea, e per Cipro, dove sono stato invitato a tenere una relazione oggi, 15 gennaio, dal titolo ‘The contribution of the Libri Annatarum to the Kingdom of Cyprus: a new source from the Vatican Secret Archives (1421-1489)’, all’interno del First Annual Conference of Byzantine and Medieval Studies».
-Qual è l’argomento della sua relazione?
«Analizzo i documenti relativi al Regno di Cipro tra il 1421, data di inizio di questa fonte camerale dopo il ritorno, con papa Martino V, della sede del Papato a Roma in seguito al Grande Scisma, e il 1489, data della famosa devoluzione del Regno dei Lusignano alla Repubblica di Venezia operato dalla regina Caterina Cornaro».
– Com’è nata questa ricerca?
«La ricerca è nata dal fatto che due membri della famiglia reale dei Lusignano sono diventati cardinali e hanno avuto benefici nel Regno di Napoli».
– Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?
«Di sicuro continuare nelle mie ricerche e nell’insegnamento. Attualmente ho in progetto di ampliare, in collaborazione con varie università straniere, la ricerca di questa fonte vaticana, sinora poco conosciuta, a tutto il bacino del Mediterraneo. La scuola medievistica di Napoli, proprio per la sua vocazione e per la sua posizione geopolitica, è l’ideale trait d’union tra Occidente e Oriente. Ormai dobbiamo ragionare ad un livello più alto di ricerca e di relazioni interuniversitarie e cogliere tutte le possibilità che l’Europa unita ci offre. Scambi culturali, relazioni universitarie e sociali e confronto dinamico e stimolante con le altre culture devono essere il nostro pane quotidiano e la realtà nella quale dobbiamo vivere. Alla fine, le barriere e i confini sono solo una questione mentale e, da europeista convinto e appassionato, sogno un mondo senza barriere e senza confini, nei quali la cultura possa rappresentare il collante necessario tra le varie persone, cosa che sto cercando di fare con l’ampio orizzonte mediterraneo delle mie ricerche».