Per quasi un secolo la chiesa madre di Angri ha atteso il ritorno del trittico scultoreo del proprio portale. Ritorneranno al proprio posto grazie alla Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio, ed alla ditta Atramentum
di Assia Califano
Correva l’anno 1943 e negli ultimi giorni di settembre la Valle del Sarno fu cannoneggiata dagli alleati: le vittime della guerra non furono solo uomini, donne e bambini, ma anche i paesi e i propri monumenti.
Tra le vittime anche la Collegiata di San Giovanni Battista, che nell’attacco perse completamente la statua di Giovanni Evangelista e subì gravi danni a quella della Madonna con bambino. Quella di San Giovanni Battista subì la semidistruzione alle braccia e al naso, mentre l’altra perse entrambe le teste. In seguito si scoprì che la testa della Madonna era conservata a casa del parroco, ma completamente bruciata.
Così, quando l’amministrazione comunale angrese ha iniziato il processo di valorizzazione delle opere territoriali, il gruppo marmoreo è stato inserito tra i primi in lista da restaurare. Attratti da questo obbiettivo, associazioni e soprintendenza sono state sponsorizzate dalla ditta Atramentum che ha regalato completamente il restauro, «mentre noi angresi abbiamo regalato il trasporto. Insieme, tutti noi angresi, ci siamo messi per realizzare questo sogno», ci dichiara il dottor Stefano Vanacore rappresentante di Panacea.
«Un altro sogno è quello di vedere finalmente la lunetta della chiesa arricchita di nuovo – ha dichiarato monsignor Giuseppe Giudice durante la conferenza di giovedì pomeriggio – per la gioia visiva dei visitatori».
«Sono felice di essere presente a quest’evento – ci dice il sindaco Cosimo Ferraioli -che ci deve rendere orgogliosi, felici e fieri della nostra terra. Deve mandare un messaggio di appartenenza ai giovani che per problemi di fondi sono costretti a trasferirsi». La speranza del primo cittadino è che i ragazzi, i compaesani e tutti si possano avvicinare all’arte e alla cultura, con un augurio e una promessa di un evento culturale alla settimana.
Infine, con una relazione critica del funzionario ABAP Antonio Braca riguardante la datazione delle statue e la loro storia, è stata annunciata la mostra di queste ultime nel salone degli affreschi del Castello Doria che resterà aperta fino alla metà di aprile.