L’ex sindaco, tra i soci fondatori della Polisportiva, alla presentazione del libro di Coscioni: “C’ero anche io al miracolo della Folgore. Questa è la storia di Nocera Inferiore”
di Marco Stile
“La Folgore non è una società della quale si raccontano le vicende, ma è una creatura viva”. Così l’ex sindaco di Nocera Inferiore Aldo Di Vito nel suo intervento alla presentazione di “La Folgore”, libro scritto da Arturo Coscioni, che ripercorre attraverso memorie, aneddoti e cronaca sportiva la storia della società nocerina.
Tra i soci fondatori della Polisportiva, Di Vito si è lasciato andare a un emozionante racconto, ripercorrendo quella che è anche la propria storia: “Ho avuto l’onore di essere tra i fondatori di questa società e di giocarci fino al 1959, prima che andasse in Serie A. Poi abbandonai, con l’università. Ma si può dire che è una creatura creata da noi. Aveva il nome di Polisportiva: facevamo anche l’atletica: io ho corso i 100 e i 1500 metri”.
Tante memorie del passato per l’ex sindaco, in un appassionato intervento: “Si tratta di impegno morale e civile. La Polisportiva, pur fondata da quindicenni, aveva una propria struttura, uno statuto che prevedeva che i dirigenti dovevano essere anche giocatori. La sua forza è stata quella di rimanere al passo coi tempi senza perdere la propria natura”.
Un libro davvero appassionante, stando alle parole di Di Vito: “Non è un nostalgico amarcord né una elencazione di eventi sportivi. Riproduce gli eventi che hanno accompagnato la vita della società. La storia si può raccontare anche senza epopee omeriche né grandi imprese. La Folgore non si descrive: è una creatura viva, che palpita, che soffre, che gioisce, che si trasforma, come la Terra, che ne ha fatti tanti di giri”.
La maglia viola è legata a imprese di gloria immutata negli anni: “Una società che nasce nel 1950 da una decina di quindicenni, nel 1959 va in Serie A di pallacanestro maschile, e nel 1961 anche con quella femminile… Se non è questo un miracolo, io non credo ci siano altri esempi del genere nella storia delle società sportive”.
E i palazzetti dello sport di oggi? “Non esisteva neanche il campo di pallacanestro: ci impiantavamo in piazza Municipio. Qualunque cosa si voglia fare oggi si pensa alle ‘risorse’. Noi quando facevamo allenamento non potevamo fare la doccia, perché non c’era, e tornavamo a casa in bici, e neppure lì c’era la doccia…questa è la storia di Nocera Inferiore. Non serve il campo. Non servono le istituzioni. Arturo Coscioni vuole dirci: cercate di fare da voi. E non sempre c’è bisogno del denaro, come mezzo e come fine”.
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“La Folgore”: storia e ricordi legati alla maglia viola in un libro