In Sicilia le feste natalizie sono una vera e propria istituzione ed a tavola troveremo piatti consistenti, forti ed abbondanti. Dalle crispelle ai nucatoli una serie di delizie alle quali è davvero difficile rinunciare

di Maria Barbagallo

Avete voglia di provare un cenone e pranzo di Natale tipico catanese? Venite con me, vi farò gustare alcune pietanze che fino a qualche anno fa preparava mia madre. Siete tutti invitati.

A Catania la lunga notte gastronomica della vigilia si apre con le crispelle fritte dette anche sfinci, dall’etimo arabo «sfang». In occasioni normali potrebbero essere una cena, ma qui rappresentano l’inizio degli antipasti. Sono fatte con farina e lievito di birra e ripiene di acciughe o ricotta fresca. Vengono fritte in pentoloni pieni di olio bollente e si trovano in tutte le crispellerie sparse per la città. Il loro profumo stuzzicante ed inconfondibile invade strade e case.
Regina indiscussa della tavola della vigilia, è la scacciata con tutte le sue varianti: tuma, acciughe, olio e pepe; cavolfiore affogato nel vino con olive nere, acciughe, pecorino e pepe (la mia preferita); con cipolla, acciughe e pepe; con patate e cipolla; con spinaci; con broccoli ecc.. A seguire il baccalà fritto, il tortino di cavolfiore affogato e tanti tipi di formaggi e salumi. Il tutto innaffiato da un buon vino rosso dell’Etna.
La serata continua facendo quattro chiacchere davanti a nocciole, noccioline, mandorle, semi di zucca, pistacchio di Bronte e quant’altro. Dopo il brindisi di mezzanotte, anche se non appartiene alla tradizione siciliana, chiude le danze gastronomiche il classico panettone.
Qualche ora di sonno e siamo pronti per tuffarci nel pranzo di Natale, dove come antipasti si consumano gli avanzi della vigilia e poi si va avanti con lasagne al ragù o spinaci, arrosto, pollo ripieno, falsomagro (una fetta di carne battuta per spianarla e poi ripiena con una farcitura che varia da città a città, disposta a rotolo e legata con lo spago) e vari contorni.
Ma i veri protagonisti del pranzo di Natale sono gli eccellenti dolci. Troviamo i classici cannoli, cassata e torroni e poi i dolci tipici natalizi:
-i nucatoli, di origine araba (da nagal = noce) a forma di S aperti sulla superficie dalla quale fuoriesce il ripieno di fichi secchi, uva passa, miele, noci, scorza di arancia o limone
-la cubaita, anch’essa di origine araba (qubbiat = mandorlato), torrone siciliano ricco di mandorle, pistacchio o sesamo, miele e cioccolato
-u cucciddatu (buccellato), impasto di pasta frolla farcito con fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia, chiuso a forma di ciambella e ricoperto di glassa
Dolci accompagnati naturalmente dagli ottimi vini da dessert siciliani quali il passito, la malvasia, il moscato e lo zibibbo. Vin molto distensivi nel senso che dopo averli bevuti vi «distendono».
Pensate che sia finita qui? Non ancora. Si sta ancora insieme anche la sera del 25 dicembre per consumare gli avanzi di questi due giorni interminabili ed indimenticabili, dove sapori, profumi e tradizioni si tramandano di generazione in generazione.

Buon Natale!!!

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