In un futuro prossimo l’Italia potrebbe diventare uno dei protagonisti principali in questo campo, grazie ai numerosi gruppi di ricerca e alle sue eccellenze nel settore tessile
di Francesca Melody Tebano
Non si tratta di fantascienza, ma di pura realtà. È la nuova rivoluzione eco-friendly, che parte da numerosi ricercatori di nanotecnologie. Giacche, pantaloni, felpe realizzati da materiale hi-tech, in grado di generare energia da fonti rinnovabili, magari per ricaricare il vostro smartphone o un altro dispositivo, in ogni momento della giornata.
Vengono sfruttate diverse energie “pulite”, dalla solare, all’eolica e persino le proprietà piezoelettriche. Quest’ultima frontiera è parte di un progetto di ricerca, diretto dall’italiana Luana Persano, ingegnere del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), che consiste nella produzione di un primo tessuto, capace di generare energia dal micro-movimento, ottenuto attraverso il processo della cosiddetta nanofilatura.
Tutto ciò è possibile grazie alle specifiche proprietà di particolari polimeri, detti polivinilidenfluoruri, ovvero materiali, “che quando vengono sollecitati da una forza meccanica, allungati o compressi, producono ai loro estremi cariche elettriche” spiega la coordinatrice del progetto. In generale, in Italia lo sviluppo di fibre innovative 4.0 è all’avanguardia, grazie ai numerosi team di ricerca presenti su gran parte del territorio (Milano, Biella, Bologna, Napoli e in altre università). Inoltre, la ricerca unita alla forte presenza di un settore della moda eccellente potrebbe rappresentare una valida opportunità di successo, in questo senso, per il nostro Paese.
Dunque, si tratta di un’invenzione davvero promettente, che una volta sul mercato potrebbe modificare radicalmente le tecniche di produzione, sia tessile che di elettricità, aprendo la strada a svariati campi di applicazione possibili.Ci sono, però, alcuni aspetti, in termini di prestazioni, che i ricercatori stanno cercando di migliorare, come la durata della ricarica, la resistenza, la traspirazione, l’impermeabilità e soprattutto la maneggevolezza di questi materiali. Per ora, quindi, si tratta solamente di prototipi, bisognerà aspettare ancora qualche anno prima di poter acquistare e indossare capi d’abbigliamento altamente tecnologici ed ecosostenibili.