Sono quasi due miliardi e mezzo, nel mondo, le persone che potrebbero beneficiare del particolare wc immaginato dall’ex guida di Microsoft, ma resta il grande problema del trattamento della carta igienica usata

di Al Cresce

Un wc che non necessiti di acqua. L’apparentemente stramba idea, che potrebbe però risolvere i problemi d igiene di quasi due miliardi e mezzo di persone, è dell’ex patron della Microsoft, Bill Gates, che da quando si è ritirato dedica molto del suo tempo a beneficenza e progetti in grado di migliorare la qualità della vita specialmente nelle zone sottosviluppate.

L’ex ragazzaccio con la mania del pc ha stanziato ultimamente circa 700mila dollari per lo studio realizzativo di questo progetto, che avrebbe certo un sapore di rivoluzione. Ed altri fondi, non meno sostanziosi, sarebbero arrivati da altre fonti.
Infatti la carenza (o assenza, spesso) di acqua in molte zone del mondo costringe quasi un quarto della popolazione terrestre a dover convivere con rischi igienici tutt’altro che secondari: il mancato smaltimento di feci e urine porta spesso a malattie anche letali. Il prodotto allo studio “Nano Membrane Toilette”. Come funziona? E’ presto detto: dopo averla usata, si chiude il coperchio e un apposito raccoglitore ruota di 270 gradi per depositare il “materiale” in uno scompartimento. Qui ci sono gruppi di nanofibre che aiutano ad eliminare i vapori in un tubo verticale nel retro della toilette. Il vapore viene convogliato e trasformato in acqua tramite condensa.
L’acqua così prodotta finisce in un serbatoio davanti alla toilette. Mentre le feci vengono lavorate da una sorta di “cilindro a spirale” che le solleva per depositarle poi in una camera di raccolta separata, in cui vengono avvolti da una cera che cancella gli odori. Il “prodotto” così trattato viene ritirato settimanalmente da un tecnico che provvede quando necessario anche a cambiare le batterie dell’apparecchio. Il raccolto sarà usato in un termovalorizzatore per produrre energia, mentre l’acqua ottenuta dalla pipì e dalle stesse feci potrà essere usata per l’igiene della casa, per innaffiare le piante, e perfino per cucinare.
I costi? Irrisori. Circa cinque centesimi al giorno per trattare i “rifiuti” di dieci persone. Il problema irrisolto sarebbe quello della carta igienica: a dovrebbe essere depositata in un cestino. E lì non è previsto alcun salvaodori né salvaigiene. Non sarà a questo punto ancora meglio, più economico e facile da realizzare un bel fosso profondo a terra e calce viva per disinfettarlo?

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